Il settore del cioccolato è in leggera crisi, perlomeno per quanto concerne le vendite. Negli Stati Uniti d’America, negli ultimi due mesi si è assistito a una diminuzione della richiesta pari al 3% a causa dell’aumento dei prezzi e, come analizza l’agenzia di stampa internazionale “Reuters”, la situazione, pur non essendo catastrofica, denuncia in modo marcato i venti di crisi a cui il mondo intero rischia di andare incontro con l’inflazione legata alla guerra in essere tra Russia e Ucraina.
Le aziende produttrici di cioccolato stanno assistendo a un cambiamento nel comportamento dei consumatori, come ad esempio la scelta di barrette singole alla cassa invece di confezioni multiple. Secondo l’IRI, società di ricerca di mercato con sede a Chicago, nelle 13 settimane che si sono concluse il 12 giugno, il volume di vendita dei prodotti al cioccolato negli Stati Uniti è sceso dell’1,5% rispetto a un anno fa, mentre i prezzi sono aumentati dell’8,2%. Daniel Sadler, direttore dell’IRI, ha vaticinato: “Vedremo il cioccolato diventare più sensibile al prezzo. I consumatori si concederanno un regalo, ma in dimensioni ridotte, un piccolo piacere. Ecco perché si assiste a un calo dei volumi di vendita”.
CIOCCOLATO, PREZZI SU E CONSUMI GIÙ: LA SITUAZIONE
I dati dell’IRI, ha proseguito “Reuters”, mostrano anche che i volumi di vendita del cioccolato di marca commerciale o “private-label” negli Stati Uniti, una parte minore del mercato ma più economica, sono cresciuti dell’8% negli ultimi sei mesi. Il cioccolato meno costoso “ha un contenuto di cacao inferiore, il che significa che anche se i volumi di vendita dei produttori di cioccolato dovessero rimanere invariati in un periodo di crisi, la domanda di cacao diminuirebbe”.
Secondo i commercianti e gli esperti, anche l’invasione russa dell’Ucraina ha avuto un impatto sulla domanda: i due Paesi insieme rappresentano il 5% dell’abituale domanda globale di cacao. “I produttori di cioccolato – ha concluso l’agenzia stampa – avevano inizialmente previsto che la domanda di cacao sarebbe cresciuta di circa il 2,5% quest’anno, ma ora vedono una crescita di appena l’1%, seguita da una crescita nulla l’anno prossimo, se l’inflazione persisterà e la guerra tra Russia e Ucraina continuerà”.