Un avvocato si suicida precipitando dal settimo piano del tribunale di Milano. La vittima è Massimiliano Alessandro Pozzi e l’ipotesi più accreditata è quella del suicidio, in quanto il cadavere è stato trovato con un biglietto di addio, oltre al tesserino da avvocato. Nel testo la spiegazione dell’accaduto: il 49enne ha spiegato che si sarebbe tolto la vita a causa dei suoi problemi economici, la ludopatia che lo affliggeva da tempo e la difficile separazione dalla moglie. Il corpo senza vita è stato trovato da alcuni dipendenti nel ortile interno del tribunale, lato via Manara.
L’uomo, nato a Milano nel 1973, era un avvocato sospeso dal 2014 a tempo indeterminato dall’Ordine del foro di Milano per il mancato pagamento delle quote associative e, come evidenziato da Fanpage, per aver continuato ad esercitare la professione nonostante tale sospensione. Per questo motivo nel settembre 2017 era stato condannato dal tribunale di Vercelli. Quegli stessi problemi che otto anni fa gli hanno impedito di pagare le tasse richieste dall’Ordine degli avvocati lo hanno portato oggi al suicidio.
AVVOCATO SUICIDA AL TRIBUNALE DI MILANO: LE INDAGINI
L’allarme è scattato alle ore 12:20 circa di questa mattina, mercoledì 13 luglio. Massimiliano Alessandro Pozzi, che già nei giorni scorsi era stato visto nei corridoi del tribunale di Milano, pare soffrisse da tempo di crisi depressive e che avesse già tentato il suicidio. Le indagini, coordinate dal pm di turno Cristiana Roveda, hanno escluso finora che avesse delle udienze in programma oggi. Ma si sta cercando di capire se avesse dei precedenti a suo carico, quindi il motivo della sua presenza nel tribunale di Milano.
«Al momento l’ipotesi prevalente è quella di un atto volontario che esclude il coinvolgimento di terzi ma anche la caduta accidentale. Sono in corso delle verifiche per escludere ogni altra possibilità diversa dal suicidio», ha dichiarato a Repubblica il capo della procura Marcello Viola, accorso sul posto insieme alla procuratrice generale Francesca Nanni e alla pm Cristiana Roveda. I soccorsi, allertati da alcuni dipendenti degli uffici giudiziari, non hanno potuto far altro che constatare il decesso dell’avvocato suicida.