Teodosio Losito: chi era, la morte per suicidio
Teodosio Losito, produttore e sceneggiatore, è stato trovato senza vita nella sua casa romana l’8 gennaio 2019 all’età di 53 anni. Losito era diventato noto per fiction di successo tramesse sulle reti Mediaset come L’onore e il rispetto, Il bello delle donne, Caterina e le sue figlie, Il peccato e la vergogna, Io ti assolvo e Baciamo le mani. Un suicidio che tuttavia ha scatenato non pochi dubbi dal momento che la procura di Roma ha deciso di vederci chiaro dopo alcune frasi pronunciate nella Casa del Grande Fratello Vip 5 da Rosalinda Cannavò e Massimiliano Morra in seguito alle quali fu aperto un fascicolo per istigazione al suicidio.
Nel corso dei mesi passati non è mancata la sfilata dei volti noti L’onore e il rispetto, Il bello delle donne, Caterina e le sue figlie, a Piazzale Clodio dove si sono svolte le audizioni nell’ambito delle indagini portate avanti dal pm Carlo Villani. A tal proposito, lo scorso maggio a FQMagazine era intervenuta l’avvocato Daria Pesce, uno dei difensori del produttore televisivo Alberto Tarallo, compagno di vita di Teodosio Losito e tirato in ballo nel corso delle indagini: “È molto provato dopo tutto il fango che gli è stato gettato addosso. Ma siamo fiduciosi di arrivare presto anche ad un’archiviazione delle indagini sull’istigazione al suicidio di Losito”, aveva detto.
I sospetti sulla morte di Teodosio Losito e l’inchiesta
L’indagine sulla morte di Teodosio Losito ha portato ad una vera e propria battaglia legale sull’eredità. Si è messo in dubbio persino la veridicità del testamento originale presentato dal produttore Alberto Tarallo, confermata però dai giudici del Tribunale del Riesame. In merito il pm Carlo Villani aveva esposto ulteriori dubbi e deciso di presentare ricorso in Cassazione.
In merito al suicidio di Teodosio Losito non erano mancati i sospetti relativi alla dinamica della morte ed alla mancanza di segnali che potessero far pensare ad un tragico epilogo. Ad ogni modo l’inchiesta, come confermato dal tribunale del Riesame, non avrebbe mostrato elementi tali da far ipotizzare scenari differenti dal suicidio. In merito si legge nelle carte dei giudici: “È molto provato dopo tutto il fango che gli è stato gettato addosso. Ma siamo fiduciosi di arrivare presto anche ad un’archiviazione delle indagini sull’istigazione al suicidio di Losito”. Non solo, gli stessi giudici avevano sottolineato anche come “Le persone che, nei tempi più recenti, lo frequentavano riferivano complessivamente di un grave stato di malessere psicologico in cui lo stesso era gradualmente precipitato”. Ed in tal senso si sarebbe espressa anche Rosalinda Cannavò la quale, si legge negli atti ripresi da Repubblica.it, avrebbe dichiarato come Losito fosse depresso poichè “la società Ares non andava molto bene e perché temeva che il fallimento del suo progetto potesse far trovare Tarallo in una brutta situazione, tanto che le aveva chiesto di tenere tutto nascosto”.