Continuano le feroci proteste in Sri Lanka. Nel corso delle rivolte di fronte al palazzo presidenziale, un manifestante è morto soffocato dopo il lancio di gas lacrimogeni. Si tratta dell’unica vittima al momento, ma altri 84 sono stati ricoverati con diverse ferite. La tragedia è avvenuta nel corso dell’assalto all’ufficio del primo ministro Ranil Wickremesinghe a Colombo. Sempre nella giornata di ieri, un soldato e un agente sono rimasti feriti nel corso degli scontri avvenuti con i manifestanti davanti al Parlamento, durante la notte, come rivela l’Ansa.
Avviati, da parte delle istituzioni, i colloqui con i rappresentanti delle proteste anti-governativi per parlare della restituzione degli edifici ufficiali che hanno occupato: tra questi c’è la residenza presidenziale. I manifestanti insistono affinché il presidente e il primo ministro si dimettano a causa delle loro responsabilità nella grave crisi economica nel Paese. Dopo l’invasione del palazzo del presidente Gotabaya Rajapaksa nel fine settimana, questo è stato “costretto” a fuggire alle Maldive. Rajapaksa ha nominato presidente ad interim il Premier, che ricoprirà dunque il ruolo in sua assenza: questo ha chiesto l’evacuazione degli edifici statali e ha istruito le forze dell’ordine per “ciò che è necessario per ripristinare l’ordine”.
Sri Lanka, il presidente fugge alle Maldive
I manifestanti dello Sri Lanka hanno assalito il palazzo del presidente Gotabaya Rajapaksa, che si è visto costretto a fuggire dal Paese, come rivela il Corriere della Sera. Dopo l’assalto dello scorso fine settimana, i manifestanti hanno annunciato che lasceranno gli edifici governativi: “Ci ritiriamo pacificamente dal palazzo presidenziale, dalla segreteria presidenziale e dall’ufficio del primo ministro con effetto immediato, ma continueremo la nostra lotta”, ha dichiarato una portavoce. A causa della grave crisi economica, i cittadini hanno chiesto le dimissioni del primo ministro e del presidente: quest’ultimo è appunto volato alle Maldive con la moglie. Da lì la coppia vorrebbe proseguire per Singapore, dove vorrebbe chiedere asilo.
Gotabaya, il fratello Mahinda e altri parenti-collaboratori hanno trasformato lo Sri Lanka in un “feudo personale”, portandolo al disastro e alla crisi finanziaria. Ranil Wickremesinghe, primo ministro e presidente ad interim, ha subito dichiarato lo stato di emergenza e ordinato all’esercito di “restaurare al più presto l’ordine”. Ha inoltre dichiarato: “Non possiamo permettere ai fascisti di prendere il potere. Dobbiamo porre fine a questa minaccia alla democrazia”.