Mario Bozzoli fu ucciso nel forno della sua stessa fonderia?
Per l’accusa la scomparsa di Mario Bozzoli da tempo sarebbe da classificare come un terribile delitto. Dell’uomo, imprenditore bresciano a capo della fonderia di Marcheno, si sono misteriosamente perse le tracce l’8 ottobre 2015. In queste settimane è in corso il processo che vede come unico imputato il nipote Giacomo. Partirà proprio da qui la trasmissione Quarto Grado, in onda nella prima serata di oggi, cercando di fare luce sul recente colpo di scena che ha visto nuove polemiche in atto da parte del mondo animalista, dopo l’impiego di un maiale letteralmente cremato in un forno al fine di eseguire delle comparazioni.
La pubblica accusa, infatti, a distanza di un anno e mezzo ha deciso di tornare sui suoi passi iniziali, quelli cioè secondo i quali l’imprenditore sarebbe stato fatto sparire proprio nell’impianto della sua stessa fonderia. Una suggestione inizialmente valutata e subito archiviata ma che ora torna con prepotenza nel corso del processo che si avvia verso le sue battute iniziali, con tanto di cambio del capo di imputazione relativo alla distruzione del cadavere. In un primo momento, infatti, era stato ipotizzato che il nipote, dopo il delitto dello zio avesse portato fuori il corpo dell’uomo trasportandolo in auto e nascondendolo. Adesso invece non viene esclusa l’ipotesi che il corpo possa essere stato distrutto nel bagno fusorio, “adagiandolo su un letto di metallo fuso anche avvalendosi di terze persone”, come riporta QuiBrescia.it.
Mario Bozzoli e la morte di Giuseppe Ghirardini
Non sono mancati nel corso del processo sulla scomparsa di Mario Bozzoli gli scontri tra periti. Se nella prima perizia della dottoressa Cristina Cattaneo si evidenziava l’assenza di tracce di Dna, la seconda perizia evidenzia “la difficoltà, se non l’impossibilità, di individuare tracce di Dna a causa dell’alta temperatura, 950 gradi, che avrebbe distrutto il materiale biologico”. Non la penserebbero però così i periti della difesa che avrebbero piuttosto auspicato a un confronto tra le due professioniste, la Cattaneo e la Tettamanti, per chiarire le loro posizioni diametralmente opposte.
Anche la fumata anomala registrata la sera della sparizione di Mario Bozzoli non dimostrerebbe la sua cremazione dal momento che la nube che si era sollevata quella notte non sarebbe stata così eccessiva. Intanto dopo la modifica del capo di imputazione, la prossima udienza è già stata fissata al prossimo 8 settembre, con sentenza prevista tra il 29 ed il 30 settembre. Nel frattempo si torna a parlare in queste ore anche di un altro caso connesso alla scomparsa di Mario Bozzoli, ovvero il suicidio di Giuseppe Ghirardini, operaio della ditta di Marcheno e morto 6 giorni dopo la scomparsa del suo datore di lavoro. Per gli inquirenti, rammenta Il Giorno, Ghirardini si sarebbe ucciso in piena autonomia a causa del “turbamento dovuto alla morte di Mario Bozzoli a cui era molto legato fin dall’infanzia”. La famiglia dell’operaio ha nuovamente presentato opposizione all’archiviazione rispetto alla quale il giudice si è riservato di decidere.