Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, secondo il viceministro degli interni di Kiev, sarebbero stati colpiti dai russi 17.300 obiettivi civili contro poco più di 300 militari. Negli ultimi giorni, dopo un periodo di relativa tregua, l’esercito russo è tornato a colpire città poste a centinaia di chilometri dal Donbass, nell’Ucraina meridionale e centrale. Oltre venti morti tra cui tre bambini a Vinnytisia, dove tre missili lanciati da un sottomarino posizionato nel Mar Nero hanno colpito il centro città, altri dieci razzi hanno centrato invece due sedi universitarie nella città di Mykolayiv.
“È difficile capire il perché di attacchi di questo tipo” ci ha detto in questa intervista il generale Marco Bertolini, già comandante del Comando operativo di vertice interforze e della Brigata Folgore in numerosi teatri di guerra, dalla Somalia al Kosovo e all’Afghanistan “non è pensabile che i russi vogliano allargare il conflitto, quanto tenere sotto pressione l’intera Ucraina”. Si tratta, nonostante la moderna tecnologia, anche di false informazioni, di un modo sconsiderato di condurre la guerra. Secondo il ministero della Difesa russo, infatti, l’obbiettivo a Vinnytsia era un edificio che “ospitava la Camera degli ufficiali, un punto di alloggio temporaneo per i nazisti” hanno detto. Le autorità locali hanno spiegato che la “Camera degli ufficiali” era semplicemente un centro culturale dove proprio quella sera doveva tenersi un concerto. Risultano uccisi infatti anche membri del gruppo che doveva accompagnare la cantante ucraina Roxolana.
Dopo molto tempo, negli ultimi giorni si è assistito a bombardamenti missilistici su due città dell’Ucraina poste a oltre 400 chilometri dalla linea di combattimento nel Donbass. Come mai secondo lei? Che strategia c’è dietro?
Non possiamo saperlo, possiamo ipotizzare che gli interventi su Mykolayiv siano stati finalizzati a smorzare la controffensiva di cui si parla da tempo delle forze ucraine nei confronti di Kershon. Mentre prosegue l’operazione russa nel Donbass questi bombardamenti potrebbero servire a evitare ci sia un aumento di pressione ucraina sulle zone del Donbass ormai occupate dai russi. Sappiamo infatti che si sono ben stabilizzate, e vi distribuiscono anche passaporti russi alla popolazione.
È possibile che con gli armamenti moderni e tecnologici a disposizione, si possa sbagliare bersaglio, colpire obiettivi civili invece che militari?
Non credo proprio, ma naturalmente tutto è possibile. Vinnytsia, che si trova a sud di Kiev, potrebbe essere stata colpita per interdire il movimento delle armi verso est, colpire nodi stradali e vie di comunicazione. Erano stati lanciati ben sette missili di cui quattro sono stati fatti esplodere dalla contraerea ucraina, è possibile che i rimanenti tre siano caduti lontano dall’obiettivo prestabilito. Bisogna ricordare sempre che siamo nel pieno di una guerra dove tutto può succedere. Dal punto di vista tattico non credo ci sia l’interesse da parte russa a una allargamento del conflitto.
Potrebbe essere un modo per tenere sotto pressione l’intera Ucraina. Come dice lei, siamo in una guerra dove tutto può essere obiettivo militare, cosa che dimostrerebbe la falsità russa a proposito di un’operazione speciale nel Donbass. È così?
Non c’è dubbio che per i russi l’operazione speciale o come la si voglia chiamare sottintende lo scopo di tenere l’intera Ucraina sotto minaccia e sotto le bombe. Questi attacchi sono senz’altro un modo per ricordare che Zelensky non deve preoccuparsi solo del Donbass. Inoltre hanno uno scopo strategico preciso: impedire che le truppe ucraine facciano massa nel Donbass. Se tieni impegnate le forze militari in tutto quel grande Paese che è l’Ucraina, nel Donbass le forze russe possono avanzare più facilmente.
A questo proposito l’intelligence inglese dice che da circa 72 ore i russi non stiano più avanzando, come mai secondo lei?
72 ore significano ben poco nell’arco di una guerra come questa che dura da mesi. I russi sono riusciti ad accerchiare le truppe ucraine facendole arretrare su posizioni che hanno avuto il tempo di fortificare. Teniamo poi conto che questi uomini combattono da mesi, sono sicuramente stanchi e adesso poi con il caldo che c’è, la situazione deve essere molto dura per entrambi gli schieramenti.
(Paolo Vites)
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