La gente avrebbe preferito evitare la pandemia Covid, ma ha realizzato un desiderio. Il problema è che si è rivelata devastante anche dal punto di vista psicologico. Ne è convinto il professor Emilio Mordini, medico psicanalista e laureato in filosofia, segretario scientifico e membro della Commissione di Bioetica del Cnr e di quella dell’Ordine dei medici di Roma, nonché docente nei corsi di etica della Società italiana di Psichiatria (Sip). Nell’intervista a La Verità spiega che è la pandemia è stata devastante anche perché «ha realizzato un desiderio che era già nella mente delle persone». Per Mordini è «come se la nostra società attendesse una catastrofe, una punizione terribile».
Inoltre, la salute è diventata il «valore supremo» e ora siamo terrorizzati di poterlo perdere. Così «abbiamo cancellato ogni altro valore». In altre parole, è cambiato il concetto di salute dopo il Covid. «Ha imposto culturalmente a tutta la società qualcosa che era già dentro di noi: il valore del vivere più a lungo». Ma non è un vivere per realizzare qualcosa, è una salute «che vuole salvare i numeri, non gli esseri umani». Il professor Emilio Mordini fa l’esempio dei dati. «Vuole ridurre il numero di morti di Covid, correggere l’indice Rt, migliorare i dati, ma consente che tu, essere umano, possa morire da solo in una Rsa: basta che tutti i parametri siano corretti».
“MINACCIA È AVERE GENERAZIONE DI IGNORANTI E OBBEDIENTI”
Dunque, il professor Emilio Mordini pone una riflessione: «Che senso ha essere vivi se ci si limita ad essere un numero nelle statistiche dell’Istituto Superiore di Sanità?». Questa non è salute per il medico psicanalista. «È la vita degli zombie, è un film dell’orrore». Nell’intervista a La Verità spiega che questa salute ha come unità di misura la morte. Per quanto riguarda i danni a livello mentale, in particolare per i giovani, Mordini cita il nuovo concetto di normalità, perché quella post Covid «è gravemente malata». Quando viene citato il premier Mario Draghi, che nel 2021 evocò la necessità di realizzare servizi di base, come centri di salute mentale, il medico psicanalista va oltre, spiegando che «ricordano in modo lugubre gli ospedali psichiatrici dove erano ricoverati i dissidenti sovietici al tempo di Breznev». Sarebbero «centri per normalizzare, non per guarire». Il pericolo per i giovani, però, secondo Mordini non è diventare più fragili psichicamente, ma ignoranti e cattivi. «La grande minaccia che incombe su di noi è che venga forgiata una generazione fatta in maggioranza di servi ignoranti, violenti e obbedienti». In parte, poi gli italiani obbediscono per pigrizia. «L’Italia ha una struttura sociale che incoraggia l’obbedienza».
“ALCUNE REGOLE COVID ERANO ASSURDE”
Attualmente, comunque, le persone per il professor Emilio Mordini temono di più nuove restrizioni da parte del governo che il virus. «Alcune regole erano palesemente assurde: non erano evidenze scientifiche, ma obblighi che insegnano a ubbidire», spiega a La Verità. Quindi, accusa le istituzioni di aver dato ordini assurdi per uno scopo ben preciso. «Solo quando si impara a obbedire ad ordini senza senso, si impara la disciplina». Quindi, nessuno contraddice il governo, perché viene percepito il «potere assoluto», visto che «non esiste un’opposizione né politica né sociale». Il Covid ha poi stravolto i legami. Paradossalmente, i cittadini per ricostruirli, secondo Mordini, hanno bisogno di un nemico. «Dobbiamo dunque intervenire sui più giovani: per prevenire e curare la “nuova normalità” sono necessari – più che centri di salute mentale – libri, sale da concerto, teatri, cinema, musei, esibizioni, la musica e una nuova educazione alla bellezza», conclude il medico psicanalista nell’intervista.