Il vaccino anti-Covid aiuta nel prevenire la malattia grave della variante Omicron. Uno studio ha dimostrato che da quando la variante si è diffusa a macchia d’olio, ossia dal 3 gennaio di quest’anno, il vaccino ha dimostrato un’efficacia dell’86% contro la malattia severa. L’alta percentuale è stata riscontrata nei vaccinati con dose booster. A farlo sapere è l’Istituto Superiore di Sanità nel report esteso sull’emergenza Coronavirus. Le percentuali si abbassano però andando avanti con i mesi.
Lo stesso report sottolinea infatti che l’efficacia passa al 67% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 68% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e 70% nei vaccinati con ciclo vaccinale completo da oltre 120 giorni. Parlando invece della protezione contro il contagio da Omicron, la dose booster ha un’efficacia del 50%, che scende al 37% nei 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, al 28% tra i 91 e 120 giorni, e 45% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale.
I numeri del vaccino contro Omicron
Sul totale dei casi segnalati, nell’ultima settimana la percentuale di reinfezione risulta pari all’11,7%, in aumento rispetto alla settimana precedente, quando la percentuale era del 10,8%. L’analisi del rischio di reinfezione da parte dell’ISS a partire dal 6 dicembre 2021, data in cui la variante Omicron ha iniziato a diffondersi, viene evidenziato un aumento del rischio di reinfezione più acuito nei soggetti con prima diagnosi da oltre 210 giorni. Dunque trascorso tale periodo di tempo è più probabile reinfettarsi con Omicron.
Parlando invece del tasso di mortalità nella popolazione sopra i 12 anni, nel periodo 20 maggio-19 giugno per i non vaccinati il numero è stato di sette volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni. Il dato è di circa sei volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster. Parlando invece del tasso di ospedalizzazione sopra i 12 anni, per i non vaccinati il numero risulta all’incirca due volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni. Parliamo invece di un numero di oltre tre volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster.