Il nome del sindaco di Terracina, Roberta Tintari, campeggia fra quelli di coloro che sono stati arrestati oggi nell’ambito di una operazione dei carabinieri. L’accusa nei confronti del primo cittadino è quella di “turbata libertà degli incanti” e di “falso”. Stando a quanto riferito dall’agenzia di stampa AGI, fra i destinatari di misure cautelari, tra gli altri, figurerebbero anche il presidente del Consiglio comunale e due assessori. In particolare, al sindaco Roberta Tintari si contesta un episodio di “turbata libertà degli incanti in relazione alla gestione dell’arenile comunale. Insieme a lei, per fatti che risalgono al 2019, è coinvolto anche l’allora vicesindaco Pierpaolo Marcuzzi, già arrestato a gennaio scorso”.
Le attività di indagine erano cominciate nel 2019 e hanno condotto anche a sequestrare preventivamente un campeggio, un ristorante e i beni di un’associazione avente sede presso l’Arena del Molo di Terracina, area già controllata della Guardia Costiera in occasione delle attività “Mare sicuro 2019”, che puntavano a “verificare la correttezza delle concessioni demaniali nella città costiera”.
SINDACO DI TERRACINA ARRESTATO, LA NOTA DELLA PROCURA: “PLURALITÀ DI FATTI DI RILIEVO PENALE”
In relazione all’arresto degli imputati, fra cui anche il sindaco di Terracina, riportiamo la seguente comunicazione da parte della Procura: “Nell’ambito dell’attività di indagine, è emersa una pluralità di fatti di rilievo penali connessi alla gestione dei servizi relativi alla balneazione, a illegittime sanatorie riguardanti opere e manufatti insistenti sul pubblico demanio marittimo, a lavori e opere pubbliche eseguiti e commissionati dal Comune di Terracina, nonché alla illegittima acquisizione e gestione di fondi economici strutturali”.
La Procura di Latina, sempre in riferimento al caso che coinvolge anche il sindaco di Terracina, ha anche voluto evidenziare “la complessa e articolata attività investigativa, svolta in un arco temporale di circa 12 mesi e consistita in numerose ispezioni, acquisizioni documentali, testimonianze, pedinamenti, intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche ha consentito di disvelare e documentare condotte di pubblici funzionari, all’interno del Comune di Terracina, che appaiono finalizzate al perseguimento di interessi personali e non coerenti, dunque, con i compiti istituzionali”.