LE PROPOSTE DI FRATELLI D’ITALIA
Secondo Walter Rizzetto, i tempi sono stretti, ma nella Legge di bilancio è possibile approvare misure di riforma delle pensioni secondo quanto ha in mente il suo partito che potrebbe ottenere un buon risultato, secondo i sondaggi, alle elezioni anticipate.
Il deputato di Fratelli d’Italia, intervistato da pensionipertutti.it, ricorda che “le posizioni di FdI sono molto chiare e da tempo le riproponiamo, anche nei confronti di coloro che per anni hanno urlato le stesse nelle piazze ma poi, alla fine, hanno sempre trovato un motivo per non applicarle. Un sistema di uscita come Opzione Donna, addirittura esteso a qualche categoria maschile, sarà ancora un ottimo strumento, volontario, per il pensionamento. Ape sociale e soprattutto Q41 altri due asset strategici che accompagnino le persone non in termini di ‘anticipo pensionistico’ ma pensione vera a propria: da anni affermo che dopo oltre 41 anni di sudore e contributi un lavoratore deve smettere, anche perché di solito si tratta di occupazioni piuttosto faticose”.
NODO PENSIONI PROFESSIONISTI: PARLA DE BERTOLDI (FDI)
Nel mentre di un caos piuttosto aumentato nelle ultime ore sul fronte della riforma pensioni – dopo le dimissioni del Governo Draghi e il potenziale ritorno della Legge Fornero dopo il 31 dicembre 2022 – emerge anche un altro elemento da tenere in considerazione per la “partita” della previdenza nella prossima Manovra di Bilancio. «Va ripristinata la gestione privatistica delle Casse di Previdenza dei professionisti nell’ottica originaria della riforma del 1994 e della linea ribadita dal professor Cassese», ha spiegato il senatore di Fratelli d’Italia Andrea de Bertoldi, segretario della Commissione Finanze di Palazzo Madama, intervenuto al convegno sul sistema previdenziale promosso dalla Cassa nazionale del Notariato.
Con la riduzione della libertà delle Casse verso la sfera pubblica, sentenzia il senatore meloniano contestando i Governi a guida Pd, «Mi auguro ora che la crisi di Governo ponga un blocco all’emanando decreto sugli investimenti, che davvero introducendo il metodo omologante della evidenza pubblica, significherebbe la morte del sistema privatistico nato nel 1994». Secondo de Bertoldi, il partito guidato da Giorgia Meloni si erge a «baluardo nella difesa dell’autonomia delle Casse», chiedendo inoltre «che si determini per il sistema previdenziale dei liberi professionisti una tassazione ridotta come già avviene per la previdenza complementare. È infatti inaccettabile che chi opera nella previdenza ed assistenza venga tassato alla pari della speculazione». (agg. di Niccolò Magnani)
IL DESTINO INCERTO DELLA RIFORMA DELLE PENSIONI
C’è molta incertezza su quello che accadrà nei prossimi mesi dopo l’ormai probabile scioglimento delle Camere. Le elezioni anticipate cadranno in un periodo cruciale per la messa a punto della Nadef e della Legge di bilancio, la quale dovrebbe occuparsi anche di riforma delle pensioni.
Ansa ricorda che il 31 dicembre scade “Quota 102, oltre che l’Ape Sociale e Opzione Donna. L’attuale Governo aveva ipotizzato di prorogare questi due ultimi meccanismi e stava studiando un nuovo regime per consentire una maggiore flessibilità in uscita”. Come ricorda Il Sole 24 Ore, senza specifici interventi ci sarebbe “un ritorno secco alla riforma Fornero in versione integrale nel 2023. Un percorso al momento inevitabile dopo la conclusione a dicembre dell’esperienza annuale di Quota 102”. Repubblica evidenzia anche che “non sappiamo se a gestire il percorso verso il voto sarà lo stesso Draghi”. Dunque, l’incertezza è elevata e vedremo se questo spingerà chi ha i requisiti a sfruttare prima della fine dell’anno la possibilità di andare in quiescenza.
LE PAROLE DI SNIDER
Come spiega Silvia Snider, martedì c’è stato un incontro proficuo con il Direttore Generale delle Finanze e con lo staff dell’Agenzia delle entrate che si occupa di tassazione dei lavoratori frontalieri.
“È stato chiarito che l’aliquota da applicare deve essere la stessa sia per coloro che riscuotono la pensione direttamente su conto bancario italiano che per chi la riscuote in Svizzera. Tutto questo dovrebbe essere sancito da un atto normativo da inserire nei prossimi provvedimenti. Ringrazio il dott. Vittorio Quadrio con l’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili che mi han fornito dettagli e studi molto approfonditi. A breve anche i lavoratori in Svizzera potranno finalmente avere risposte chiare ed univoche”, ha detto la deputata leghista secondo quanto riporta sondriotoday.it. “La Lega, anche in questi momenti difficili non smette di lavorare per rispondere ai problemi della gente e del territorio; altri, invece di brillare, sono all’opera per sfasciare tutto, contravvenendo ad accordi ed ai programmi”, ha aggiunto.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI TREU
Secondo Tiziano Treu, Presidente del Cnel, “la previdenza complementare si sta sviluppando lentamente e con risorse esigue. Siamo arrivati a un punto in cui bisogna decidere cosa fare: se continuare così o, come sarebbe auspicabile, cambiare passo nella direzione di un rafforzamento del secondo pilastro”. Per l’ex ministro del Lavoro, come riporta l’agenzia di informazione Sir, “soprattutto in un periodo di incertezze come quello che stiamo vivendo, sarebbe bene avere un sistema previdenziale articolato, anche per incamerare maggiori risorse da impiegare per l’investimento di lungo periodo”. Oltre a Treu, nel quarto seminario del ciclo “Risparmio, mercato dei capitali e governo dell’impresa” hanno preso la parola altri importanti relatori.
LE PAROLE DI GALLI E GUISO
Fabio Galli, direttore generale di Assogestioni, ha evidenziato la necessità di una riforma delle pensioni che guardi alla previdenza complementare e “porti alla nascita di un vero e proprio secondo pilastro”, “non solo perché troppi lavoratori non beneficiano dei rendimenti di un investimento diversificato, ma anche per irrobustire il mercato dei capitali nazionale a beneficio delle imprese e delle infrastrutture”. Per Luigi Guiso, Axa professor of Household finance presso l’Einaudi Institute for Economics and Finance (Eief), “il rafforzamento dei fondi pensione comporterebbe indubbi benefici tanto per i singoli risparmiatori, bisognosi di un piano di integrazione del futuro pensionistico, quanto per il tessuto imprenditoriale italiano e dunque per l’efficienza complessiva del sistema economico del Paese”.
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