Alessandro Daniello: l’arresto per la strage delle Fontanelle
Nel giugno del 2016, l’allora 27enne Alessandro Daniello, incensurato, fu arrestato in viale delle Nebulose a Secondigliano. Il ragazzo venne ritenuto responsabile, in concorso con altri indagati, del duplice omicidio di Giuseppe Vastarello e di Salvatore Vigna e del ferimento di altre tre persone in quella che venne definita la strage delle Fontanelle. Poco più di un mese prima erano stati fermati per il medesimo reato aggravato dalle modalità mafiose anche Antonio Genidoni, Emanuele Esposito, Addolorata Spina e Vincenza Esposito. Daniello fu rintracciato dalla Squadra Mobile di Napoli nell’appartamento di alcuni parenti dove aveva trovato rifugio.
Del suo arresto e di quelli avvenuti prima del suo nell’ambito della strage delle Fontanelle si parlerà nel corso della nuova puntata di Un giorno in pretura, che ripercorrerà ciò che accadde il 22 aprile 2016, quando in una sala da biliardo del rione Sanità, nel capoluogo Campano, una pioggia di proiettili scatenò l’inferno causando l’ennesima scia di sangue in quella che per gli inquirenti rappresentò una guerra tra clan. La strage delle Fontanelle fu definita come una delle più violente azioni di fuoco della storia recente della camorra.
Il ruolo di Alessandro Daniello nella mattanza
Al centro della strage delle Fontanelle, vi fu lo scontro tra il clan Genidoni-Esposito, i cosiddetti Barbudos, e i Vastarella, per il controllo del rione Sanità, nel centro di Napoli. Nel giugno del 2020, a quattro anni dai fatti, la prima corte d’Assise si espresse nei confronti degli imputati, tra cui anche Alessandro Daniello, condannandoli all’ergastolo con isolamento diurno per un anno con l’accusa di duplice omicidio e tentato triplice omicidio, con l’aggravante mafiosa.
Ad essere condannati al carcere a vita furono Antonio Genidoni, figlio del boss Pierino Esposito; il suo braccio destro, Emanuele Esposito; Alessandro Daniello; Addolorata Spina e Vincenza Esposito, madre e moglie di Genidoni. Gli imputati furono ritenuti dai giudici i mandanti e gli esecutori della Strage delle Fontanelle. Nello specifico, quale fu il ruolo di Alessandro Daniello? Lui rappresentò il quinto uomo, il tassello mancante che contribuì all’organizzazione della mattanza. Secondo quanto emerso dalle indagini della Dda di Napoli e della Squadra Mobile della Questura del capoluogo campano, Daniello avrebbe partecipato all’omicidio di Giuseppe Vastarella e Salvatore Vigna con una vera e propria spedizione di morte ideata a Milano. Secondo l’accusa, scrisse Il Mattino, Daniello si sarebbe dato da fare a Milano per cercare “appoggi” utili per portare a termine il delitto, offrendosi di eseguirlo.
Strage delle Fontanelle: cosa accadde
La strage delle Fontanelle fa riferimento al duplice omicidio che si consumò nell’ambito della sanguinosa faida in atto alla Sanità tra i due clan contrapposti. L’obiettivo dei cinque condannati all’ergastolo era rappresentato dai due pezzi da novanta della camorra ‘vincente’ del Rione Sanità e secondo le indagini fu pianificata a Milano. Le vittime furono Giuseppe Vastarella, 42 anni, e suo cognato Salvatore Vigna, 41 anni. Ad aprire il fuoco fu il gruppo rivale capeggiato da Antonio Genidoni. Nella mattanza rimasero feriti Dario Vastarella, Antonio Vastarella e Alfredo Ciotola, anche loro imparentati col capoclan Patrizio Vastarella.
La spedizione avvenne all’interno di un circolo nonostante in strada vi fossero diversi bambini e ragazzi. Le due vittime stavano giocando a carte quando furono raggiunte da una pioggia di proiettili. Alessandro Daniello finì in carcere dopo oltre un mese di ricerche, dopo gli arresti degli altri quattro componenti.