Caro direttore,
nella cronaca milanese di un noto quotidiano riporta la preoccupazione del Comune per il cosiddetto “caro prezzi” che rischia di bloccare molte se non tutte le opere pubbliche. Nonostante nel decreto aiuti sia stata inserita una norma che obbliga le stazioni appaltanti ad aggiornare tutti i prezzi, anche quelli dei contratti in corso, al listino 2022 con la possibilità di un ulteriore aumento del 20% pare che anche questa misura non sia sufficiente (posto che poi ci siano anche le risorse disponibili circostanza tutt’altro che scontata). L’esempio dà contezza della gravità della situazione economica e del reale livello, drammatico, dell’inflazione.
Così potrei unirmi al coro di chi non comprende per nulla le dinamiche dalla politica nazionale che pare totalmente avulsa dalla realtà quotidiana, perché è certo che la crisi di governo non certo aiuta a risolvere i problemi, anzi tutto fa pensare che li aggravi. Ma non credo basti questo!
Recentemente sono stato invitato insieme ad alcuni amici a trascorrere il fine settimana nella cosiddetta “montagna” emiliana, ovvero in una delle valli profonde che dalla bassa pianura (quella di don Camillo e Peppone per intendersi) risalgono l’Appennino verso il Tirreno; un territorio forse un pò chiuso, ma in cui permane una realtà sociale ancora viva. L’invito ci è stato fatto da un’amica Sindaco di uno dei rari paesi che popolano questa zona, conosciuta qualche anno fa in occasione di un evento pubblico appunto su Guareschi (e forse non è un caso che si stato questo il punto d’incontro); ci era stata presentata da un comune amico che nel paese si è fatto conoscere e benvolere per l’impegno profuso nelle realtà caritative per i più bisognosi. La Sindaca nel proporci questa breve vacanza voleva non solo farci vedere la sua terra, ma anche permetterci di conoscere i suoi amici politici con i quali, evidentemente, condivide molto del lavoro (spesso ingrato) del Sindaco di un piccolo paese alle prese con i problemi quotidiani delle persone, con i soldi che sempre mancano, nel tentativo, gratuito e generoso, di affrontare e migliorare, per quanto possibile, la realtà e la vita dei propri concittadini.
L’incontro con questi altri “politici” (un altro Sindaco, un consigliere regionale, un ex assessore di un grande comune, ecc.) mi ha molto impressionato; innanzitutto persone certamente animate da un ideale, talvolta ereditato dalle tradizioni familiari, evidentemente ravvivato da un’amicizia fra di loro che immediatamente rende interessante vederli muovere. Ma anche e soprattutto una passione per la loro terra che arriva a conoscere ogni particolare così che, solo per esemplificare, si può discutere del problema specifico della stalla di un certo agricoltore di una piccola frazione, piuttosto che dell’installazione di un impianto per una particolare produzione in una fabbrica che avrebbe permesso di mantenere il posto di lavoro a un certo numero di operai. E infine una capacità di aiuto e collaborazione fra di loro, così che si possano più facilmente perseguire i progetti e le risorse che sono a disposizione.
Non ho mai votato il partito cui tutti questi politici aderiscono, ma assicuro che ho percepito un’assoluta sintonia con il loro tentativo così che se potessi, e in qualche misura cercherò di farlo nonostante la distanza fisica che ci separa, certamente collaborerei con il loro lavoro.
Cosa c’entra tutto questo con la premessa? Forse può questa situazione cambiare la politica nazionale? La sera della crisi di governo un amico rammentava come la politica debba avere un respiro più ampio che non l’esito immediato; forse, come i monaci del Medioevo, chi inizia un’opera non farà in tempo a vederne gli esiti e solo le generazioni successive potranno coglierne il frutto. Ed io che ho vissuto per quasi venti anni nella bassa milanese ho visto ancora l’esito delle bonifiche che iniziarono i primi monaci, dopo centinaia di anni.
Ecco credo anche ripartendo dal lavoro e dall’esempio delle persone che ho incontrato si possa iniziare una prospettiva diversa di affronto della realtà politica; non risolveremo certo ora le più immediate e gravi emergenze del Paese, ma possiamo percorrere una strada che pur non sapendo dove ci porterà, almeno nell’immediato possa essere di testimonianza di una passione alla politica e alla realtà che comunque da subito inizia un piccolo ma reale cambiamento.
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