L’immunità dal covid può durare fino a 20 mesi dopo l’infezione
Un recente studio di un team di scienziati svedesi dell’Università di Göteborg, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Scienze, sembra aver scoperto che l’immunità da covid, in seguito all’infezione, può durare anche fino a 20 mesi. Il team di studiosi, guidato da Anna Martner, ha scoperto l’esistenza di particolari linfociti T, altamente specializzati e che prendono il nome di “helper” (o Th1), il cui compito è aiutare ad eliminare le cellule infettate dal virus. Lo studio è partito dall’analisi di 81 campioni di sangue prelevati dal personale sanitario che nel corso del 2020 ha contratto l’infezione da covid.
Negli infettati si sono rilevati alcuni linfociti T specifici contro il covid ancora persistenti e che aiutano parecchio l’immunità. Si tratta di un’eccezione perché la maggior parte delle cellule T tendono a sparire dal sangue dopo 10/12 settimane, mentre i linfociti T helper sarebbero in grado di persistere fino almeno a 20 mesi di distanza. Questa scoperta risulta utile soprattutto a comprendere e spiegare perché le reinfezioni siano piuttosto rare, e che se avvengono molto difficilmente portano ad episodi gravi o mortali.
L’immunità covid: tra cellule memoria e linfociti T helper
Lo studio dei ricercatori svedesi, insomma, sembra scogliere alcuni dubbi che da anni ci accompagnano in merito all’immunità da covid, ma non è ovviamente l’unico che ha lavorato in questa direzione. Uno studio inglese, infatti, aveva esaminato la durata della risposta delle cellule B di memoria in 52 donatori guariti dal covid. Le cellule B (anche detti linfociti B) hanno il compito principale di produrre anticorpi specifici e diretti contro alcuni antigeni (in questo caso, spike). Questi durerebbero fino a 6 mesi dopo la guarigione o la vaccinazione.
I linfociti T helper presi, invece, in analisi dallo studio svedese hanno il compito di attaccare direttamente le cellule infettate. Nei loro studi, infatti, hanno misurato la reattività delle cellule T al nucleocapside del virus covid per verificare fino a quanto siano in grado di reagire ad un’eventuale seconda infezione. La maggior parte dei linfociti T tendono a non durare più di due settimane, mentre nel caso dei Th1 la loro durata può arrivare fino a 20 mesi. Secondo Anna Martner questa scoperta è importante perché suggerisce “che un aspetto vitale dell’immunità protettiva è funzionale anche anni dopo” l’infezione del covid.