Qualcuno ha informato gli indagati dello “stupro di Capodanno” degli sviluppi dell’inchiesta? Lo sospettano i carabinieri, secondo cui potrebbe esserci una talpa in procura. Nella loro informativa finale, infatti, i militari dell’Arma scrivono che un ragazzo, «all’epoca ancora non indagato, per il tramite di terze persone può aver acquisito dell’esistenza di soli due indagati attraverso un accesso abusivo al sistema informatico della Procura». A darne notizia è il Corriere della Sera, fornendo le ultime notizie sugli accertamenti relativi a quanto accaduto il 1° gennaio 2021 durante una festa a Primavalle.
L’ipotesi si è fatta strada tra gli inquirenti dopo che l’11 febbraio quel ragazzo confidava alla madre in una conversazione telefonica di essere fuori dall’indagine. «Sto con mì cugino, cioè sto con Marco, sto a parla con una persona, e gli hanno detto, guarda gli indagati dello stupro so due. E io, il mio nome non c’è». Con chi stava parlando per essere sicuro di non essere ancora indagato? Peraltro, quell’informazione era esatta, perché in quel momento gli unici indagati erano Patrizio Ranieri, per il quale è stato chiesto il giudizio immediato, e Claudio Nardinocchi, la cui posizione si è poi ridimensionata nel corso dell’indagine. Invece per Flavio Ralli la procura non ha ancora deciso se chiedere il processo o meno.
STUPRO DI CAPODANNO, LE TELEFONATE E I SOSPETTI SULLA TALPA
Il ragazzo, che minacciava anche di vendicarsi sui figli dei carabinieri se avessero accusato anche lui dello stupro di Capodanno, si sarebbe mostrato sicuro nella conversazione della madre, al punto tale da sollevare negli inquirenti il sospetto che ci sia una talpa in procura. Inoltre, il 6 febbraio 2021 il ragazzo telefonò a Claudio Nardinocchi per ordinargli in vista dell’interrogatorio di cancellare tutto, da WhatsApp a Instagram, «pure il numero mio dalla rubrica». C’è pure la telefonata del 3 febbraio nella quale l’indagato in questione spiegò le origini dell’inchiesta sullo stupro di Capodanno: «È partito tutto da quando hanno cioccato le chat di uno di noi (di cui fa il nome, ndr)». Come faceva ad essere così preciso? Qualcuno potrebbe averlo avvisato?
Inoltre, in questa stessa telefonata spiegò cosa stava facendo per allontanare i sospetti degli inquirenti. «Io, calcola fratè, ho levato le chat con tutti, ho il telefono nuovo tra qualche giorno. Tutto me se leva». Poi aggiunse: «Vonnò capi se semò tutti dello stesso gruppo, noi maschi». Alla fine, il ragazzo in questione è stato indagato perché avrebbe violentato la ragazza nel bagno con due amici, di cui uno minorenne. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, un partecipante alla festa ha fugato i dubbi poi sull’inconsapevolezza degli indagati sulla volontà della ragazza di avere rapporti: «Era come uno zombie. Il mio amico Ranieri, durante la festa, mi ha detto che non voleva avere rapporti con Luca (nome inventato, l’altro minorenne indagato). Hanno discusso».