In galera ci era andato vent’anni fa, nel 2000, quando nel Myanmar non era stato ancora avviato il processo di democratizzazione che aveva portato alla liberazione del premio Nobel Aung San Suu Kyi. Quando lei era uscita, Phyo Zayar Thaw era rimasto in carcere ancora per un po’, tanta è la paura che fanno a un regime dittatoriale gli artisti. Phyo era un membro di quella che in Myanmar è passata alla storia come la Generazione 88, quella che tra il 1988 e il 1990 con coraggiose proteste studentesche aveva portato alla prima grande vittoria elettorale di Suu Kyi, tornata nel suo paese proprio nel 1988, non convalidata e accettata dal regime militare. Phyo, insieme ad altre tre persone, è stato condannato a morte e impiccato dalla giunta militare che ha preso il potere assoluto nel febbraio dello scorso anno. Quando era uno studente universitario, aveva fondato un gruppo hip hop, gli Acid, diventando il portavoce della sua generazione, cantando e denunciando la repressione poliziesca e militare.
Per questo era stato arrestato e tenuto in galera per quasi dieci anni. In carcere aveva accresciuto la sua coscienza politica, e una volta libero si era dedicato alla politica. Era stato eletto deputato per il partito di Suu Kyi, decidendo che la sua vocazione era dedicarsi al bene comune e non soltanto alle orecchie dei fan. Ma la musica era rimasta nel suo cuore tanto che stava progettando un ritorno quando i militari nel febbraio 2021 hanno abolito la democrazia e dato vita a un regime ancora più sanguinario del precedente. Lo scorso novembre Phyo era stato arrestato e era stato montato un processo farsa, in cui era stato accusato di aver preparato armi ed esplosivi collaborando con le milizie che combattono il regime e anche di aver ucciso cinque poliziotti. La sentenza: gravi atti di terrorismo e violenza. Secondo alcuni attivisti, l’esecuzione di queste condanne a morte è stata per il regime un modo di distogliere l’attenzione dalla notizia che le multinazionali del petrolio francesi Total e Chevron hanno abbandonato il Myanmar, un grave colpo alla già fragile economia del paese. Gli Acid sono stati il primo gruppo birmano a pubblicare un disco hip-hop. Nonostante nessuno lo credesse possibile, ottennero un grande successo, grazie alla capacità di descrivere ed esprimere i veri sentimenti dei giovani e del popolo. Anche nell’Unione sovietica e nei paesi del Patto di Varsavia la musica dei giovani era proibita: se venivi trovato in possesso di un disco rock, rischiavi il carcere. In Afghanistan è proibita qualunque forma di musica, anche quella tradizionale. E’ la dimostrazione che i regimi temono e combattono la musica, forma di libertà per eccellenza.