Dopo l’omicidio di Alika Ogorchukwu, ripreso in un video diventato virale, si sono scatenate diverse polemiche riguardo la scelta di girare il video mentre si consumava il terribile delitto. Grandi discussioni sul fatto che nessuno sia intervento per evitarlo, ma le cose non stanno esattamente così. C’è chi ha subito allertato le forze dell’ordine, chi ha fermato l’assassino dopo che si è consumata la tragedia. Nel frattempo, c’è stata questa registrazione che si è rivelata utile per gli inquirenti. «Ero terrorizzata davanti a quella scena di Ferlazzo che picchiava il mendicante, pietrificata dalla paura», ha raccontato la ragazza moldava di 28 anni che ha filmato la scena, come riportato dal Corriere della Sera.
È stata sentita a verbale in Questura venerdì sera come testimone. «Ho ripreso tutto col mio cellulare per farlo vedere a mia madre, l’ho girato in preda all’orrore», ha raccontato la giovane. Non c’era voyeurismo, né indifferenza o superficialità da parte della gente di Civitanova di fronte all’omicidio in diretta di Alika Ogorchukwu.
INQUIRENTI “VIDEO UTILE PER RICOSTRUIRE DINAMICA”
«Il video che è diventato virale su Internet ci ha dato una grossa mano insieme ai filmati delle telecamere di Corso Umberto per ricostruire la dinamica esatta dell’aggressione subìta dal mendicante», fanno sapere gli inquirenti, come riportato dal Corriere della Sera. Dunque, si tratta di un documento molto importante che finirà sicuramente agli atti. La moldava di 28 anni venerdì pomeriggio alle 14 era una delle cinque persone presenti sul posto, che poi la polizia a chiamato a testimoniare. Oltre e lei, c’erano un’anziana, un vecchietto col cane, un impiegato dell’ufficio dogane di Civitanova e la fidanzata dell’assassino, che ha raccontato loro dell’incontro movimento di pochi minuti prima, col mendicante nigeriano Alika Ogorchukwu nei pressi della stazione ferroviaria, quindi a 200 metri da dove poi si è consumato l’omicidio in “diretta” video.