Addio a Bill Russell, leggenda della Nba, uno dei più grandi giocatori di sempre dei Boston Celtics. A 88 anni l’ex campione del basket è scomparso: a darne notizia, con un comunicato sul suo profilo twitter ufficiale, è stata la famiglia, che fa sapere come l’ex giocatore si sia spento “serenamente” con al suo fianco la moglie Jeannine. Con i Celtics, Russell ha vinto 11 titoli Nba di cui 8 consecutivi fra il 1959 al 1966, segnando un record che ancora oggi persiste. Inoltre, sia come giocatore che come allenatore, Russell è stato inserito nella Hall of Fame del basket. Nel suo palmares anche due titoli Nba da capo-allenatore: è stato il primo afro-americano a riuscirci nella storia. Dal 2019, il premio di MVP delle Finals è intitolato a lui.
Bill Russell è nato in Louisiana ma cresciuto a Oakland in California. Per tutta la carriera ha giocato solamente nei Boston Celtics nel ruolo di centro, diventando il capitano NBA che ha vinto più titoli con una singola squadra e in assoluto. Nel 1975 è stato inserito nella Bastekball Hall of Fame come giocatore mentre nel 2021 come allenatore. Da coach ha allenato inizialmente i Boston Celtics dal 1966 al 1969. Dal 1973 al 1977 ha allenato i Seattle Sonics mentre nella stagione 1987-1988 per lui la panchina dei Sacramento Kings.
Bill Russell, una vita per i diritti civili
Adam Silver, commissioner della Nba, ha definito Russell “il più grande campione di tutti gli sport di squadra. Bill rappresentava qualcosa di molto più grande dello sport: i valori di uguaglianza, rispetto e inclusione che ha impresso nel Dna del nostro campionato. Al culmine della sua carriera atletica, Bill ha sostenuto con vigore i diritti civili e la giustizia sociale, un’eredità che ha tramandato a generazioni di giocatori Nba che hanno seguito le sue orme. Attraverso le provocazioni, le minacce e le impensabili avversità, Bill è salito al di sopra di tutto ed è rimasto fedele alla sua convinzione che tutti meritano di essere trattati con dignità”.
Nel corso della sua vita, infatti, Bill Russell ha dedicato le sue energie nella battaglia per i diritti civili, cercando di lasciare un mondo più giusto ed equo. Celebre una sua frase: “Vorrei essere ricordato per le battaglie per i diritti civili” e non per le gesta in campo. Parole che esprimono a pieno tutta la sua grandezza, in campo e non solamente.