Zdenek Zeman torna a parlare di calcio. Sulle pagine di Libero, l’allenatore ha fatto il punto sul calcio odierno, focalizzandosi sui limiti dei giocatori: “La preparazione fisica perfetta è la base del risultato che si ottiene, poi, in campo. Oggi vedo alcune squadre, anche top, che si allenano poco. I giocatori sono stanchi dopo due corsette, si mettono le mani ai fianchi. In Inghilterra corrono il doppio e si allenano meglio. La Champions manca anche per questo. I giocatori tengono troppo la palla e camminano. Rallentano tutto. Non velocizzano, non mangiano il campo”.
Parlando della sua carriera, Zeman ha rivelato: “Non mi è mai importato vincere a tutti i costi, quella è una regola arida oggi in voga, purtroppo anche in squadre che vorrebbero vincere in Europa. Ai miei giocatori, sin dai tempi del Licata, dicevo: segnate un gol in più dell’avversario. Giocate con gioia. E non è vero che disdegnassi la fase difensiva, la regola era cercare il risultato attraverso la bellezza”.
Zeman: “La Juve deve essere costruita per vincere”
Sulle pagine di Libero, Zeman ha parlato anche del calcio europeo: “Il PSG, non vince la Champions perché Neymar e Mbappè pensano solo a divertirsi”. Per quanto riguarda invece la Serie A, per il tecnico il problema principale è uno: “In Italia, invece, noto che c’è la tendenza di ricreare un campionato vario con sette sorelle, come una volta: Juve, Inter, Milan, Roma, Lazio, Napoli e Fiorentina. Tra esse mi convince di più il Milan. Ha vinto giocando meglio di tutte anche se Ibra è stato in campo poco o niente. Se ha avuto meriti, li ha evidenziati nello spogliatoio”.
Un giovane Zeman, secondo l’allenatore stesso, è Italiano: “Ha fatto bene a Spezia e benissimo a Firenze. Ha gusto estetico e preparazione tattica”. Parlando invece della Roma e del suo tecnico, dice: “Mou è un personaggio che attira attenzione e piace tanto a voi giornalisti. Però il campo è un’altra cosa”. Andando invece un po’ più a nord, in casa di Allegri, il tecnico ha commentato il ko di Pogba: “La Juventus non può basarsi su un giocatore. Deve essere costruita per vincere ma a prescindere da Pogba”. Proprio parlando di Juve, nel 1998 Zeman denunciò un calcio “in mano alle farmacie”: “Se oggi ci fossero gli stessi problemi di allora, ripeterei per filo e per segno quello che dissi all’epoca. Ricordo che nel 1999, al mio secondo anno alla Roma, arrivammo quinti con 21 punti sottratti per strani errori arbitrali. Ora sono fuori dal calcio, come le dicevo, e spero che vicende simili o come quella capitata a Palomino, rimangano fatti isolati. Ma dicono che le cose siano cambiate. Non è così?”.