I bimbi già a quattro mesi ascoltano e prevedono gli eventi. Questo quanto reso noto da un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Padova e pubblicato sulla rivista Scientific Reports. Secondo gli esperti, infatti, bastano 120 giorni per interpretare correttamente ciò che si è sentito o ciò che si è visto.
Secondo lo studio, i piccoli di quattro mesi sono in grado di anticipare un evento a seconda del suono sentito. Come evidenziato dall’Adnkronos, una voce è in grado di pre-attivare i circuiti neurali coinvolti nella percezione visiva dei volti circa un secondo prima di vederli comparire. Nessuna premonizione, ma processi che si basano su eventi fisici naturali. Tra i vari esempi, la regolarità sensoriale di alcuni stimoli ambientali oppure l’apprendimento associativo tra situazioni che tendono a presentarsi insieme.
Studio: “A 4 mesi bimbi ascoltano e prevedono eventi”
“Questo ciclo continuo di predizione-verifica-aggiornamento è noto in letteratura come predictive brain e definisce il sottile equilibrio che regola l’interfaccia tra il nostro mondo interiore e tutto ciò che è esterno a noi”, le parole di Giovanni Mento, docente del Dipartimento di Psicologia dell’università di Padova e primo autore dello studio: “Nonostante la significativa importanza del nostro cervello predittivo, nessuno studio finora aveva investigato il suo sviluppo nei primissimi mesi di vita. In questa ricerca è stata ricostruita l’attività cerebrale in tre età – adulti, bambini di 9 mesi e piccoli di 4 mesi – a partire dalla loro attività elettrica corticale (Eeg) durante la presentazione di volti o di oggetti rispettivamente preceduti da una voce umana o da suoni non umani”. L’esperto ha spiegato che i risultati della ricerca confermano che anche nel gruppo dei bimbi di quattro mesi si rileva un’attivazione neurale che rispecchia “la capacità di anticipare l’evento a seconda del suono sentito”. Lo studio riporta la prima dimostrazione scientifica che i bimbi possono prepararsi all’incontro di stimoli socialmente rilevanti già da piccolissimi: “Questa competenza precoce costituisce un prerequisito fondamentale nello sviluppo dell’essere umano al fine di garantire fin da subito la possibilità di comunicare con altri consimili”, le parole di Teresa Farroni, docente del Dipartimento di Psicologia dello sviluppo e della socializzazione della città veneta.