Choc in una Rsa di Manfredonia, in provincia di Foggia, dove quattro operatori socio sanitari sono stati arrestati con accuse gravissime, leggasi maltrattamenti e violenza sessuale nei confronti dei pazienti della stessa residenza per anziani. Come riferisce FoggiaToday.it, nei confronti dei quattro è stata disposta stamane un’ordinanza per gli arresti domiciliari, provvedimenti emesso dal Gip su richiesta della procura di Foggia. L’indagine è scattata lo scorso mese di giugno 2022, quando presso il commissariato di Manfredonia è pervenuta una lettera in forma anonima in una busta chiusa, in cui venivano narrati gli episodi di maltrattamenti che alcuni operatori avrebbero appunto effettuato nei confronti dei poveri anziani della Rsa.
A far scattare le indagini era però stata una chiavetta usb, allegata alla suddetta lettera, in cui erano contenuti dei filmati e dei file audio, attraverso cui erano emerse delle urla di un’anziana signora ricoverata. A quel punto i poliziotti hanno installato una serie di presidi tecnici all’interno della Rsa di Manfredonia, delle telecamere nascoste, e sono bastati pochi giorni di registrazioni per visionare vari abusi sia fisici ma anche psicologici, da parte degli operatori, nei confronti di pazienti anche con patologie altamente invalidanti.
RSA MANFREDONIA, MALTRATTAMENTI E ABUSI: UN INDAGATO GRAVEMENTE INDIZIATO
Come osservato dal Giudice, così come si legge su FoggiaToday.it, i quattro indagati, tutti di età compresa fra i 25 e i 40 anni, hanno posto in essere delle condotte “prevaricatrici ed inutilmente punitive” ispirate “a mera volontà denigratoria ovvero da un irrazionale intento di ricondurre a contegni di autocontrollo e disciplina soggetti del tutto incapaci, a causa del loro stato fisico e mentale”.
Fra i quattro coinvolti vi sarebbe in particolare un indagato “gravemente indiziato anche di aver compiuto delle violenze sessuali nei confronti di due degenti”, un uomo e una donna che avrebbero più di 80 anni. Una notizia ovviamente terribile che ha scioccato non soltanto la comunità foggiana, a cominciare dai parenti degli stessi pazienti della Rsa in questione.