«Mi sono reso conto che sapeva cose di me quello che io non so». Questo è uno dei motivi per i quali Angelo Branduardi ha deciso di raccontarsi in un libro autobiografico. Il riferimento è a Fabio Zuffanti, che ha avuto l’idea del libro. «Ho parlato ininterrottamente per 18 ore. Ho cercato di ricordare tanti aneddoti e tanti incontri che ho avuto la fortuna di fare», racconta a Tutti Frutti.
Ad esempio, Angelo Branduardi ricorda la contestazione al concerto di Lou Reed: «Mamma mia… Una tragedia! Quella fu una vera tragedia! Scappammo come James Bond. Tagliammo la grata di areazione e scappammo da lì. È stato un miracolo essere sopravvissuti, per i lacrimogeni. Ai tempi succedeva spesso, non a me forse perché non facevo musica politica, che ai tempi si usava molto. Non mi atteggiavo a star e forse qualcuno mi riteneva un qualunquista». Ma nel libro parla anche della depressione che ha dovuto combattere…
Angelo Branduardi, la depressione e il suo rapporto con la musica
«Racconto dei problemi che ho avuto abbastanza seri di depressione molto grave», spiega Angelo Branduardi a Tutti Frutti. «Purtroppo è una malattia che va curata, che prende un sacco di gente sempre di più. È diventata una malattia alla moda, purtroppo per i tempi che viviamo e per il modo in cui viviamo». In merito alla canzone Fiera dell’Est, rivela un retroscena che riguarda la Rai: «Avevamo pubblicato il singolo, ma era la facciata B. Dopo 7-8 mesi in cui non succedeva niente, Paolo Giaccio, a cui io devo tantissimo, mi disse: “Voi non sapete cosa avete in mano”. Mi fece un servizio bellissimo».
Questa vicenda, in relazione al suo rapporto con la Rai, resta per l’artista «il punto più alto». Infine, Angelo Branduardi spiega di non sentire la mancanza delle classifiche: «Ci sono stato in mezzo mondo, anche quello fa parte della storia. Ho il mio pubblico fedele, fortunatamente i miei concerti sono esauriti in Europa. Amo tantissimo suonare, soprattutto in questo momento. Non so se farò cd, forse farò dei pezzi da regalare».