L’Unione europea ha preparato il «testo finale» per l’accordo sul nucleare con l’Iran da presentare ai colloqui di Vienna in corso al Palais Coburg. «Abbiamo lavorato per quattro giorni e il testo è pronto», ha anticipato un funzionario europeo, rimasto anonimo, nel pomeriggio. Da Teheran si sono affrettati a precisare: «Non siamo in una fase in cui possiamo parlare di una finalizzazione del testo», le parole di un diplomatico del ministero degli Esteri iraniano. «Alcune discussioni su questioni in sospeso continuano e il risultato dei colloqui dipenderà dalla determinazione delle altre parti a prendere decisioni politiche sulle proposte già presenti». Ma poi è arrivata la conferma dell’alto rappresentante degli Affari Esteri Ue, Josep Borrell, spiegando che in caso di riscontro positivo, ci sarà la firma.
«Quello che poteva essere negoziato è stato negoziato ed è ora in un testo finale», ha scritto su Twitter. Ciò che accade ora dipende dalla risposta dei partecipanti. Il testo finale dovrà essere approvato da Iran, Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania. Ma i negoziatori francesi, britannici e tedeschi non sono al momento a Vienna.
NUCLEARE IRAN, LA RIPRESA DEI NEGOZIATI
I negoziati tra Usa, Ue e Iran, con Bruxelles nel ruolo di coordinatore, erano ripresi la settimana scorsa a Vienna dopo mesi di stallo per la decisione dell’ex presidente americano Donald Trump di abbandonare le trattative con Teheran per limitarne le politiche di arricchimento dell’uranio. Proprio Josep Borrell ha giocato un ruolo fondamentale perché, stando a quanto riportato da Sky Tg24, ha convinto l’Iran a sedersi di nuovo al tavolo delle trattative, nonostante la richiesta di spendere le sanzioni sulla Guardia Rivoluzionaria (organizzazione paramilitare iraniana) non abbia trovato replica dalla Casa Bianca. Dopo la rottura delle trattative, risalente al 2018, l’Iran si era slegato dagli obblighi sanciti dagli accordi, ricominciando ad arricchire uranio.
Il tasso di arricchimento ha così raggiunto il 60%, livello sufficiente secondo gli esperti per costruire una bomba atomica. Lo aveva rimarcato a metà luglio anche Kamal Kharrazi, consigliere dell’ayatollah Khamenei, Guida suprema del Paese, evidenziando che «l’Iran ha la capacità tecnica per costruire una bomba nucleare ma non c’è stata alcuna decisione di costruirne una». Il pomeriggio è stato, quindi, caratterizzato da un piccolo giallo. Inizialmente l’Iran aveva smentito si fosse nella fase finale del negoziato. Poi una fonte dello stesso ministero iraniano ha ammesso i progressi compiuti. Infatti, i capi negoziatori di Iran e Stati Uniti, sia colui che coordina i contatti a Vienna per Josep Borrell, lasceranno la capitale austriaca tra oggi e domani.