Come riporta l’agenzia di stampa nazionale ANSA, chi perde l’olfatto durante la malattia da Covid va incontro a un elevato rischio di problemi cognitivi e di memoria nel periodo successivo all’infezione, oltre a deficit cognitivi persistenti per diversi mesi dopo la guarigione. A rivelarlo è uno studio che è stato appena presentato al congresso della Alzheimer’s Association International andato in scena in California, più precisamente a San Diego, e condotto
dall’Università Pontificia di Buenos Aires.
Un lavoro di ricerca che ha coinvolto quasi 800 individui, di 60 anni o più e privi di problemi cognitivi prima del contagio. È emerso che, indipendentemente dalla gravità dell’infezione, “i due terzi del campione hanno riportato problemi di memoria persistenti dopo la guarigione dal Covid; per metà del campione problemi talmente gravi da interferire con la vita quotidiana”.
OLFATTO, CHI LO PERDE DURANTE IL COVID RISCHIA GRAVI PROBLEMI COGNITIVI
A prescindere dal tipo di sintomi e dalla variante contratta, lo studio ha evidenziato che coloro che hanno avuto perdita di olfatto a causa del contagio da Covid sono risultati più del doppio a rischio di disturbi cognitivi e di memoria persistenti anche a tre mesi di distanza dalla guarigione.
Secondo gli esperti, ha riportato sulle sue colonne l’agenzia di stampa nazionale ANSA, questo studio prova ulteriormente il fatto che “il Coronavirus penetra e danneggia il cervello facendo breccia attraverso il naso, come proprio di recente dimostrato in esperimenti di laboratorio da Chiara Zurzolo dell’Istituto Pasteur in Francia, i cui risultati sono riportati sulla rivista Science Advances”. Detto in altri termini di matrice maggiormente scientifica, ma non per questo di difficile comprensione, il virus sembra in grado di crearsi dei nanotunnel che gli permettono di passare dalle cellule olfattive ai neuroni, giungendo così indisturbato al cervello.