Dopo la chiusura, il centro medico pubblico per la transizione di genere Tavistock potrebbe finire in tribunale. Ci sono circa mille famiglie pronte ad un’azione legale di massa, perché i loro bambini sarebbero stati costretti ad assumere in fretta e furia farmaci che bloccano la pubertà. A darne notizia è il Daily Mail, secondo cui le recenti scoperte aprono alla prospettiva di una battaglia legale contro il Servizio sanitario nazionale britannico per ottenere un risarcimento. Migliaia di giovani sono stati curati dalla clinica transgender Tavistock, a nord di Londra, e in molti casi sono stati prescritti potenti farmaci per ritardare l’inizio dell’adolescenza.
Un rapporto, che ha spinto l’NHS a ordinare la chiusura del centro, ha messo in guardia dagli effetti collaterali potenzialmente gravi di questi farmaci. La dottoressa Hilary Cass, ad esempio, ha dichiarato che non c’è modo di sapere se i farmaci possono «interrompere» il processo anziché far «guadagnare tempo» ai bambini che riflettono sulla loro identità di genere. Inoltre, non ha nascosto timori riguardo il fatto che questi farmaci possano interrompere il processo di maturazione del cervello, influenzando la capacità di giudizio dei bambini.
MAXI AZIONE LEGALE CONTRO CENTRO TAVISTOCK?
Tutti aspetti che aprono alla prospettiva di un’azione legale contro il Servizio sanitario nazionale britannico. Stando a quanto riportato dal Daily Mail, le famiglie potrebbero provare a dimostrare che i figli siano stati danneggiati dal farmaco. Il personale del centro medico pubblico per la transizione di genere Tavistock aveva dichiarato che il processo era «completamente reversibile», nonostante la mancanza di prove. Inoltre, i pazienti potrebbero anche sostenere di non aver potuto esprimere un consenso informato all’assunzione dei farmaci, data la mancanza di conoscenze sui loro effetti a lungo termine. Non sarebbe la prima causa contro la clinica. Una causa di alto profilo era stata intentata da Keira Bell, che aveva effettuato la transizione dopo che le erano stati prescritti farmaci che bloccano la pubertà, salvo poi pentirsene. Inizialmente i giudici avevano stabilito che i minori di 16 anni non potevano acconsentire al trattamento, ma la sentenza è stata ribaltata in appello. «Negli Stati Uniti sono già in corso azioni legali collettive da parte di genitori di bambini a cui sono stati prescritti bloccanti della pubertà. È solo questione di tempo prima di vedere un’azione simile sulle nostre coste», ha dichiarato al Daily Mail il cofondatore di Thoughtful Therapists, James Esse. «La disforia di genere è una condizione di salute mentale e dovrebbe essere trattata come tale, attraverso una terapia esplorativa, piuttosto che con farmaci e interventi chirurgici irreversibili. Troppi bambini sono rimasti con cicatrici fisiche ed emotive a causa di decisioni che non avremmo mai dovuto far loro prendere», ha aggiunto.
TAVISTOCK “NOSTRO SERVIZIO ATTENTO E PREMUROSO”
L’avvocato Simon Myerson QC invece non esclude che lo scandalo possa addirittura portare a un’indagine penale. Mesi fa aveva dichiarato che «la prossima ondata di azioni legali riguarderà l’identità di genere e i bambini». Ora ritiene che quanto accaduto al centro medico pubblico per la transizione di genere Tavistock «accelererà questo processo». Su Twitter ha scritto: «Prevedo un’indagine di polizia sul Tavistock entro giugno 2023». Inoltre, ha rimarcato il fatto che «i farmaci prescritti ai bambini come sicuri e reversibili non sembrano essere stati ancora sottoposti a studi clinici in relazione allo scopo per il quale i bambini li hanno ricevuti. È quindi improbabile che vi sia un consenso informato alla loro assunzione». La Tavistock and Portman NHS Foundation Trust intanto ribadisce che il Servizio per lo sviluppo dell’identità di genere (GIDS) è stato chiuso solo perché la revisione Cass ha raccomandato un modello regionale invece di un unico servizio nazionale, quindi non per problemi di sicurezza. «Non siamo a conoscenza di richieste di risarcimento avanzate dai pazienti del GIDS nei confronti del Trust. Il Trust è orgoglioso del suo Servizio per lo Sviluppo dell’Identità di Genere (GIDS), che da 30 anni fornisce supporto ai bambini e ai giovani che incontrano difficoltà nello sviluppo della loro identità di genere. È un servizio attento e premuroso».