Ora che un tribunale ha affermato che Mario Biondo non si è suicidato, ma è stato ucciso, la famiglia del cameraman rilancia la sua battaglia per ottenere verità e giustizia. Ora vuole che il caso venga riaperto in Spagna. Anche se la sentenza del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palermo archivia la vicenda, riaccende comunque le speranze della famiglia. Attraverso l‘avvocato Carmelita Morreale, i familiari si sono rivolti al Ministero degli Affari Esteri per insistere in campo internazionale. «Ci aiutino a far riaprire il caso in Spagna», attacca Santina Biondo, mamma del cameraman palermitano di 31 anni trovato impiccato nella sua abitazione di Madrid il 30 maggio 2013. In primis, il giudice, che non risparmia critiche agli inquirenti spagnoli, ritiene che Mario Biondo sia stato ucciso e poi collocato in una posizione atta a simulare un suicidio.
Inoltre, mette nel mirino la moglie di Mario Biondo, la conduttrice tv Raquel Sanchez Silva: «Le dichiarazioni rese dalla vedova presentano innumerevoli punti critici e sono dense di contraddizioni e di indici rilevatori di mendacio (falsità, ndr) che avrebbero dovuto indurre gli inquirenti spagnoli a un più accurato approfondimento investigativo». Anche per questo il giudice si dice soppresso dal fatto che non ci sia stata un’attività di investigazione tecnica.
MARIO BIONDO, GIP SMONTA INDAGINI SPAGNOLE
Il gip di Palermo ha archiviato anche l’indagine nei confronti del medico legale che eseguì in Italia la seconda autopsia sul cadavere di Mario Biondo. L’inchiesta era stata aperta dopo una denuncia della famiglia, secondo cui i reperti sarebbero stati scambiati con quelli di un’altra persona morta per overdose di cocaina. Ma per il giudice non c’è stato alcun falso, neppure una frode processuale. D’altra parte, il giudice riconosce la possibilità che i risultati dell’autopsia del professor Paolo Procaccianti «siano stati viziati e persino del tutto compromessi dall’eccessivo lasso di tempo trascorso tra l’evento morte e il momento in cui è stata eseguita l’autopsia. Si ritiene, conseguentemente, che tali esiti, pur nella accertata buona fede dell’autore di tali accertamenti, presentino diversi profili di incertezza, di guisa da non poter essere ritenuti attendibili». Come evidenziato da Giallo, il giudice ha giudicato «irrisolto il dubbio relativo all’ematoma riportato da Biondo nella zona temporale sinistra del cranio», in quanto «incompatibile» con la dinamica di un’impiccagione. Così come è inverosimile che gli oggetti sulla libreria non siano caduti in seguito al peso del cadavere e gli spasmi per l’ipotizzato suicidio. Descritto dalla polizia giudiziaria spagnola come un uomo che aveva consumato cocaina e alcol ed è morto in seguito ad un gioco erotico, in realtà Mario Biondo è stato ucciso.
MARIO BIONDO, LA CACCIA DELLA FAMIGLIA ALL’ASSASSINO
«Credo che mio figlio avesse scoperto cose che qualcuno di molto potente aveva interesse a non far venir fuori. E che per questo le indagini siano state fatte male e chiuse in fretta. C’è stato dolo, non colpa. C’è stato un depistaggio. So che Mario è stato trovato morto in casa dalla colf e che l’appartamento era chiuso dall’interno con due mandate, quindi l’assassino aveva le chiavi», ha dichiarato Santina Biondo al Corriere della Sera. Dalle indagini commissionate dalla famiglia di Mario Biondo è emerso che il cameraman non era solo in casa quando è morto. Qualcuno ha usato la sua carta di credito in un locale notturno, ci sono stati strani accessi al suo computer poco dopo la sua morte e nei giorni successivi, anche a distanza, tramite un altro computer, dalla sede della società Mate International di Madrid, dove lavorava il cugino di Raquel Sanchez Silva, che è un ingegnere informatico. Risultano accessi anche dalla città in cui vive tale cugino e da una pizzeria della zona. Infine, aspetto di non poco conto, le ricerche sul passato della moglie fatte da Mario Biondo prima di essere trovato impiccato. Stando a quanto riportato da Giallo, avrebbe cercato dei filmini a luci rosse relativi alla donna. Ma qualcuno lo stava già spiando. E poi moltissimi dati sono stati cancellati. Infine, nessuna novità da Facebook, a cui erano stati chiesti alcuni dati per identificare persone sospettate.