Con le dimissioni del governo Draghi, manca effettivamente la possibilità di avere una riforma pensioni 2022 e, anche se Mario Draghi resta il premier Pro tempore per gli affari correnti, secondo molti analisti è inverosimile che una bozza di riforma pensioni possa essere fatta per una nota di aggiornamento del documento di Economia e Finanza che verrebbe anticipata a settembre, prima delle elezioni politiche 2022.
Riforma pensioni 2022: prevederà un aumento? Per adesso resta quello transitorio
E se qualcuno invece è critico sulla possibilità che una proposta di trattamento possa essere fatta prima delle elezioni, va sottolineato che la Nadef viene presentata solitamente entro la prima metà di settembre, proprio per poter favorire i lavori ministeriali in vista della legge di bilancio di dicembre. E dunque? Cosa farà Mario Draghi? Lascerà l’annoso argomento delle pensioni al futuro governo che, molto probabilmente, sarà di centro-destra? L’unica cosa certa è che dal 2023 ci saranno gli adeguamenti sulla base dell’inflazione ma già da quest’anno draghi ha previsto degli aumenti provvisori che si applicheranno alle pensioni sotto un certo tetto.
Per il momento restano le misure di incremento degli assegni pensionistici grazie al decreto aiuti bis. Tuttavia gli aumenti transitori che andranno da settembre a dicembre 2022 e previsti dal decreto, riguarderanno solo le pensioni di importo non superiore a 2692 euro lordi al mese. Quindi a partire da gennaio 2023 euro si tornerà “alla normalità“.
Ad ottobre i pensionati riceveranno circa 50 euro al mese. A novembre invece la situazione sarà diversa poiché i pensionati riceveranno il conguaglio dell’indicizzazione con gli arretrati maturati nei primi dieci mesi dell’anno, quindi avranno in più da 10 a 130 euro.
Riforma pensioni 2022: come vengono calcolati gli aumenti
L’aumento del 2% riguarderà i pensionati che percepiscono un importo lordo inferiore 2692 euro e che ad ottobre avranno una rivalutazione straordinaria transitoria ottenuta mediante l’utilizzo dello strumento perequativo previsto dall’articolo 1 comma 478 della legge 160/2019 e quindi attraverso i criteri di progressività.
Il criteri di progressività comprendono:
- i trattamenti localizzati al 100% fino a quattro volte in più il trattamento minimo INPS;
- il 90% della quota in eccedenza quattro volte in più il trattamento minimo;
- il 75% della quota eccedente fino a cinque volte il trattamento minimo.
Complessivamente i pensionati riceveranno tra 40 e 50 euro per le pensioni comprese dal 2000 al 2692 al mese.