Che il primo posto nella ripresa economica dell’Italia 2022 sia da assegnare al turismo è ormai risaputo. Che buona parte della tenuta del nostro Pil sia altrettanto merito del turismo lo confermano tutti i report disponibili. Che in ogni campagna elettorale sia logico aspettarsi un elenco di desiderata da gruppi, rappresentanze, portatori di interessi, è altrettanto scontato. E infatti, sull’onda dell’ottima dimostrazione di resilienza che tutta la filiera del turismo sta producendo, Federalberghi ha appena licenziato una serie di “riflessioni e proposte”, volte evidentemente al Governo prossimo venturo. Partendo da un assunto: l’economia turistica offre un contributo decisivo alla produzione della ricchezza italiana, allo sviluppo dell’occupazione, all’attivo della bilancia valutaria.
Secondo il World Travel & Tourism Council, prima della pandemia il contributo offerto dal settore dei viaggi e del turismo al Prodotto interno lordo italiano era di circa 269,8 miliardi di dollari, pari al 13,1% del Pil. La spesa totale degli stranieri nel nostro Paese è stata pari nel 2019 a 44,3 miliardi di euro. Gli esercizi ricettivi italiani ospitano ogni anno più di 430 milioni di pernottamenti. Il settore offre lavoro a 1,8 milioni di persone, di cui circa 1,3 milioni di lavoratori dipendenti.
“In altre parole – sostiene Federalberghi – il turismo lavora per l’Italia, il turismo dà lavoro all’Italia. E, se si saprà assecondarlo, ne potrà dare sempre di più. Così Federalberghi offre il proprio contributo al dibattito sulle prospettive dell’economia turistica richiamando l’attenzione delle istituzioni e delle forze politiche e sociali su quegli aspetti dello sviluppo che richiedono un’azione di riforma. Dotare l’Italia degli strumenti istituzionali necessari per sviluppare una politica di sistema. Inserire il turismo tra le materie attribuite alla competenza concorrente tra Stato e regioni, modificando l’articolo 117 della Costituzione”.
Ecco, in sintesi, i punti segnalati da Federalberghi.
Risorse – Catalizzare le risorse necessarie per realizzare le politiche di sviluppo, incentivando gli investimenti privati e finanziando i necessari interventi pubblici. Restituire al settore turismo una quota del gettito Iva prodotto da tutte le attività produttive, non solo terziarie, che traggono beneficio dall’economia turistica. Potenziare la sezione turismo del Medio credito centrale e definire criteri ad hoc per il rating delle imprese turistiche. Aggiornare il cosiddetto de minimis, cioè il tetto di duecentomila euro nel triennio indicato dalla Commissione europea per l’erogazione degli aiuti alle imprese, che è fermo ai livelli del 2006.
Investimenti – Occorre una valutazione di impatto turistico di tutti gli investimenti pubblici affinché, in analogia con quanto previsto in campo ambientale, vengano stimate in via preventiva le conseguenze, positive o negative, che un determinato progetto può comportare per il settore turismo (ad esempio in materia di infrastrutture, trasporti, beni culturali ed ambientali, ecc.)
Infrastrutture – L’obiettivo è potenziare la rete di infrastrutture a servizio della mobilità turistica. Integrare le diverse forme di trasporto e collegare i principali hub con la rete ferroviaria ad alta velocità. Migliorare i sistemi di collegamento e le infrastrutture per trasporto e turismo al servizio del Mezzogiorno e di aree isolate, montane, insulari e costiere. Realizzare l’alta velocità ferroviaria lungo la dorsale adriatica e completare la dorsale tirrenica, da Ventimiglia a Reggio Calabria. Assicurare la disponibilità della banda larga in tutte le località turistiche.
Qualità – Va sostenuto il processo di riqualificazione del sistema di offerta turistica, premiando le imprese che intendono effettuare investimenti e accompagnando l’uscita delle imprese che non sono oggettivamente in condizioni di rimanere sul mercato. Incentivare gli investimenti mirati alla qualità, all’accessibilità, alla sostenibilità e all’innovazione, rendendo strutturale il credito d’imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive e degli stabilimenti termali. Sostenere la riqualificazione delle imprese coinvolte nei grandi eventi, a partire dal Giubileo 2025 e dalle Olimpiadi invernali 2026. Favorire l’acquisto della struttura ricettiva da parte delle imprese che non ne sono proprietarie e che quindi non possono provvedere alle ristrutturazioni integrali che pure in alcuni casi sarebbero necessarie.
Servizi – Ampliare la gamma dei beni e dei servizi che le imprese turistico ricettive offrono alla clientela. Consentire alle strutture ricettive, senza aggravi di carattere burocratico e senza che esse vengano considerate fornitori di “pacchetti turistici”, di offrire servizi e prodotti complementari, quali ad esempio biglietti per attrazioni, manifestazioni, eventi, mezzi di trasporto pubblico locali e stabilimenti termali e balneari, noleggio attrezzature, servizi di accompagnamento e prodotti tipici. Abrogare i vincoli che in alcune Regioni impediscono alle strutture ricettive di somministrare alimenti e bevande ai clienti non alloggiati.
Ripartenza – Aiutare le imprese a ristabilire una situazione di equilibrio economico sostenibile. Definire un percorso agevolato per la ristrutturazione dei debiti delle aziende nei confronti del sistema bancario. Prorogare le misure previste dal decreto liquidità a sostegno delle imprese del turismo. Prorogare i termini per l’adempimento di obblighi e l’esecuzione di opere, per evitare aggravi di oneri a carico delle imprese. Riconoscere agli alberghi e agli stabilimenti termali le tutele previste per le imprese energivore.
Semplificazione – Non chiedere alle imprese di fornire dati che sono già in possesso della Pubblica amministrazione, come oggi accade con la doppia comunicazione sull’imposta di soggiorno. Accelerare i tempi di rilascio dei permessi di occupazione di suolo pubblico necessari per le ristrutturazioni degli immobili ricettivi.
Personale – Facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e la ricerca di personale qualificato. Ridurre il cuneo fiscale per accrescere la quantità di reddito disponibile per i lavoratori a parità di costo per i datori di lavoro. Favorire l’accesso al mercato del lavoro di lavoratori qualificati provenienti da Paesi extra-UE. Sostenere il reddito dei lavoratori stagionali adeguando la normativa sull’indennità di disoccupazione. Il contratto a termine, il contratto di lavoro a chiamata, le prestazioni di lavoro occasionale sono strumenti sui quali le imprese fanno affidamento per rilanciare l’attività turistica. Bisogna modellare soluzioni che tengano conto delle caratteristiche strutturali del settore e delle specifiche esigenze delle imprese e dei territori.
Formazione – Avvicinare la scuola e l’università al mercato del lavoro, riducendo la distanza tra i fabbisogni di competenze espressi dalle imprese e le competenze acquisite dai giovani durante il percorso formativo.
Fisco – Diminuire la pressione fiscale che grava sulle imprese turistiche, affinché l’imposizione assuma un peso equo e ragionevole. Abolire l’Irap per tutte le classi di impresa. Commisurare il peso dell’Imu e della Tari al numero dei giorni in cui la struttura ricettiva è aperta e al tasso di effettiva occupazione.
Tutele – Proteggere i cittadini, i consumatori e le imprese contrastando l’esercizio abusivo delle attività e delle professioni turistiche. Favorire lo sviluppo equilibrato del commercio elettronico, tutelando i consumatori e le piccole e medie imprese.
Destagionalizzare – Favorire il prolungamento dei periodi stagionali di attività attraverso iniziative in grado di accrescere i flussi turistici e di migliorare le condizioni economiche di operatività del settore. Migliorare la distribuzione dei periodi destinati alle vacanze scolastiche. Promuovere l’organizzazione di eventi, grandi e piccoli. Modulare i periodi di attività dei servizi pubblici e privati tenendo conto della necessità di garantire l’accoglienza dei turisti per tutto l’anno.
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