Quali sono i partiti obbligati alla raccolta firme per presentare la lista alle elezioni del 25 settembre prossimo? E perché devono passare necessariamente attraverso il limbo delle sottoscrizioni? Un quesito a cui dà risposta “Il Sole 24 Ore”, spiegando che prima del 2020 servivano, per i 63 collegi plurinominali alla Camera e per i 33 del Senato, “almeno 1500 e non più di 2000 sottoscrizioni da parte di elettori iscritti nelle liste elettorali di Comuni compresi nel medesimo collegio plurinominale o, in caso di collegio plurinominale compreso in un unico comune, iscritti nelle sezioni elettorali di tale collegio plurinominale”. Tuttavia, dopo il referendum i collegi plurinominali per la Camera sono scesi a 49 e quelli per il Senato a 26: ergo, servirebbero circa 73.500 firme.
C’è un però: la legge dice che “in caso di scioglimento della Camera dei deputati che ne anticipi la scadenza di oltre centoventi giorni, il numero delle sottoscrizioni è ridotto alla metà“, ossia 750 firme per ogni collegio plurinominale. In totale servono perciò 56.250 firme, ma, dato che chi firma per la Camera firma anche per il Senato, la soglia è di 36.750 persone.
PARTITI OBBLIGATI ALLA RACCOLTA FIRME, QUALI SONO? ECCO CHI RISCHIA DI NON POTERSI PRESENTARE ALLE PROSSIME ELEZIONI
Di conseguenza, tra i partiti obbligati alla raccolta firme c’è anche chi rischia di non raggiungere il “quorum”, essendo così costretto a rinunciare alla corsa nazionale per aver fallito l’obiettivo del numero minimo di firme. Tra le forze politiche chiamate alle sottoscrizioni ci sono ItalExit di Gianluigi Paragone, che si presenterà in coalizione con gli altri ex pentastellati di Alternativa, e Italia Sovrana e Popolare, che raggruppa Ancora Italia, Azione Civile, Comitato No Draghi, Italia Unita, Partito Comunista, Riconquistare l’Italia, Rinascita Repubblicana.
Non solo: nel novero dei partiti obbligati alla raccolta firme spiccano infine Unione Popolare, guidata da Luigi De Magistris, che include Potere al Popolo, Rifondazione Comunista e diversi partiti locali di Sinistra, e “Vita”, con il Movimento 3V e la deputata no vax Sara Cunial.