Il programma d’asilo del Regno Unito in Ruanda, che lo scorso 15 giugno ha subìto una battuta d’arresto poco prima che il primo aereo decollasse verso il “continente nero”, si arricchisce di nuovi dettagli. Secondo quanto riferito dalla “BBC”, infatti, i ministri britannici che hanno espresso parere favorevole all’invio in Ruanda dei richiedenti asilo sarebbero stati preventivamente avvertiti (si parla addirittura di settimane d’anticipo, ndr) dal loro stesso consigliere che il governo del Paese africano tortura e uccide gli oppositori politici.
Rammentiamo che il primo volo per il Ruanda è stato bloccato a giugno dopo che la Corte europea dei diritti dell’uomo ha dichiarato che l’Alta Corte di Londra avrebbe dovuto prima esaminare se la politica di allontanamento è dei richiedenti asilo fosse legittima (udienza prevista per il mese prossimo). Intanto, però, il tribunale avrebbe appreso che i vertici del Ministero degli Esteri del Regno Unito avevano domandato a un funzionario di cui non è stato fornito il nome, ma con una certa esperienza in materia di rapporti con l’Africa, di esaminare una bozza della “Country Policy and Information Note” sul Ruanda, relativo alla situazione dei diritti umani nel Paese e, dopo averlo osservato attentamente, avrebbe scritto: “Ci sono strutture di controllo, sicurezza e sorveglianza dello Stato dal livello nazionale in giù… L’opposizione politica non è tollerata e la detenzione arbitraria, la tortura e persino le uccisioni sono metodi accettati per imporre il controllo”.
RUANDA, MINISTRI UK NEL CAOS: SAPEVANO CHE GLI OPPOSITORI POLITICI VENGONO TORTURATI?
A questo punto, è d’uopo ricordare come il programma d’asilo prevedesse di destinare in Ruanda i migranti entrati illegalmente nel territorio del Regno Unito; in altri termini, la nazione africana, in cambio di denaro (si parla di un accordo da 120 milioni di sterline, circa 140 milioni di euro), si è impegnata a ospitare i richiedenti asilo non graditi a Londra per un periodo di tempo indefinito, almeno fino a quando le autorità di Londra non decideranno se concedere loro lo status di rifugiati.
Jude Bunting QC, che rappresenta le organizzazioni dei media, ha detto alla Corte che le frasi del revisore erano probabilmente il materiale più critico sulla vicenda del Ruanda. Queste le sue dichiarazioni, riprese dalla BBC: “Il pubblico ha bisogno di capire il materiale che era a disposizione del governo nel momento in cui sono state prese le decisioni contestate, le prove che si dice pesino contro, così come per giustificare, questa politica di punta, e le ragioni per cui il governo ha deciso di procedere”. Il giudice Lewis deciderà nei prossimi giorni se il materiale sul Ruanda debba essere tenuto segreto.