Com’è noto da alcune ore, il professor Andrea Crisanti, 67 anni, microbiologo e direttore del dipartimento di Microbiologia molecolare dell’Università di Padova, già ricercatore all’Imperial College di Londra, è capolista per il Partito Democratico nella circoscrizione Europa al Senato. Ai microfoni del “Corriere della Sera” l’esperto ha spiegato le ragioni della sua candidatura: “In una situazione come quella che sta vivendo l’Italia – di emergenza economica, sanitaria e sociale – penso che ci sia bisogno dell’impegno dei tecnici in politica. Nessuna decisione basata sui dati è neutrale, serve una sensibilità sociale per poterla applicare. Il parere della scienza non è stato ascoltato a sufficienza, pur in una fase in cui il suo contributo è fondamentale”.
Per quale ragione, però, Crisanti ha scelto di scendere in politica proprio sotto il simbolo del Pd? “È il risultato di una reciproca stima e fiducia. Dopo tre settimane di confronto, ho accettato di candidarmi perché mi riconosco nei valori di questa formazione politica. Sono iscritto al circolo di Londra da 6 anni”.
ANDREA CRISANTI STUZZICA MATTEO BASSETTI: “SI METTA IN GIOCO”
Nel prosieguo dell’intervista al “CorSera”, Andrea Crisanti ha asserito che l’Italia ha, a suo giudizio, bisogno di una riforma sanitaria strutturale, poiché le università e gli istituti di ricerca scientifica dovrebbero essere dissociati dal sistema sanitario nazionale, visto e considerato che perseguono “obiettivi diversi: il sistema sanitario nazionale deve fornire a tutti i cittadini assistenza tempestiva, efficace e in linea con linee guida nazionali e internazionali; l’università deve investigare e sperimentare nuovi approcci terapeutici”.
L’infettivologo Matteo Bassetti si è detto disponibile a fare il ministro, ma non a candidarsi, e, a tal proposito, Crisanti ha commentato: “Bassetti è una brava persona, non commento le sue scelte. Penso però che chi ambisce a fare il ministro con un ruolo tecnico debba mettersi in gioco e cercare i voti”. Dal canto suo, Crisanti ritiene invece di “poter dare un contributo importante con l’esperienza maturata in campo sanitario, scientifico e nella ricerca. Ci sono poi tematiche che riguardano il livello di rappresentanza degli italiani residenti all’estero, davvero ridicolo. È un dato a cui va posto rimedio. Ma la vera sfida è il recupero delle persone che si sentono emarginate e non hanno speranza nel futuro”.