Il prezzo che l’antipolitica ha fatto pagare al Paese è diventato negli anni sempre più alto. Disaffezione e astensionismo mostrano che sono spesso venuti meno i nessi ideali e vitali dei partiti con la società reale che vogliono rappresentare.
In fondo, non c’è da stupirsi che si siano succeduti diversi Governi tecnici e che si sia fatto cadere improvvisamente anche il Governo Draghi.
Ma questa politica è disponibile a rimettere in discussione se stessa, ripartendo dal desiderio di verità e dalla responsabilità nelle scelte fondamentali per la democrazia?
Ne discuteremo al Meeting di Rimini con Luigi Di Maio, Enrico Letta, Maurizio Lupi, Giorgia Meloni, Ettore Rosato, Matteo Salvini, Antonio Tajani, leader dei partiti che hanno aderito all’Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà.
Il primo passo pre-politico già in atto in questa direzione è la ricostruzione di realtà sociali, comunità dove le persone condividono grandi ideali, intrecciano relazioni di fiducia, sperimentano in modo concreto la conciliazione tra bene individuale e collettivo, nel tentativo di risolvere problemi pubblici e sociali. Ad esempio, il Terzo settore continua a crescere, anche dopo le due ultime grandi crisi, quella finanziaria e quella pandemica. Conta oltre 375.000 istituzioni, il 25 per cento in più in un decennio.
Il recente Rapporto sulla sussidiarietà documenta che la partecipazione ad attività sociali e di volontariato aiuta il benessere collettivo. Le esperienze più virtuose mostrano che sussidiarietà nel XXI secolo significa concepire una politica che nasca dalla collaborazione tra Stato e privato sociale, non solo nel formulare le risposte, ma anche nell’individuare i bisogni reali della società.
Per questo la cultura sussidiaria è anche la strada maestra per il rinnovamento dei partiti che devono tornare a essere protagonisti come corpi intermedi in nesso organico con le realtà di base. Da queste realtà i partiti devono trarre proposte per la legislazione e il Governo, discuterle, non nei talk show, ma in regolari congressi dopo un lavoro di approfondimento, tornare a confrontarsi in un Parlamento non più marginale.
Insieme alle realtà sociali, gli altri due principali ambiti in cui si è educati a una posizione di ricerca della verità e del bene comune, in cui si impara a partecipare alla vita pubblica sono la scuola e il lavoro, che rappresentano quindi delle priorità.
A scuola si può diventare persone mature, conoscere se stessi e la realtà, imparare la capacità critica e quella relazionale. Lavorando si migliora la propria condizione, si costruisce il proprio futuro, si crea valore e sviluppo per sé e per la società.
Le domande ai segretari di partito che interverranno al Meeting saranno quindi:
Condividete la necessità di valorizzare il ruolo delle realtà sociali e di ripensare ai partiti così come abbiamo suggerito?
Su quale tipo di sistema educativo volete investire, a fronte della sua attuale incapacità a garantire qualità ed equità?
Quale tipo di lavoro volete promuovere dopo i cedimenti degli ultimi decenni al neoliberismo e all’assistenzialismo?
(Articolo pubblicato sul Corriere della Sera del 17 agosto 2022)
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