VERTICE NATO-SERBIA: IL MONITO DI STOLTENBERG SUL KOSOVO
«Dovesse la situazione deteriorare siamo pronti a intervenire»: così il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dopo l’incontro a Bruxelles in bilaterale con il Presidente della Serbia Alexander Vučić. Ad inizio agosto l’escalation di violenze e tensioni tra Kosovo e Serbia ha riacceso i riflettori allarmati della comunità internazionale sui Balcani: lo scontro nasce dalla decisione delle autorità di Pristina di non accettare più documenti di identità e targhe automobilistiche rilasciati da enti e istituzioni serbi, elemento che ha fatto scattare sul piede di guerra l’ala serba che vive ancora in Kosovo presso la zona di confine. Il termine ultimo per la legge “nazionalista” di Pristina è stato spostato ad inizio settembre, ma la tensione non si è affatto spenta con all’orizzonte un possibile nuovo scontro tra Nato – che ha missione in Kosovo dalla fine della guerra nei Balcani – e Russia (vicina storicamente a Belgrado).
Importante era dunque il vertice tenutosi oggi tra Stoltenberg e Vučić, così come ancora più importante domani quello tra i due Presidenti dei Paesi in contrasto: «All’inizio di questo mese abbiamo parlato delle recenti tensioni nel Kosovo settentrionale e apprezzo l’opportunità di incontrarci di persona oggi per continuare la nostra discussione. E più tardi oggi incontrerò la dirigenza del Kosovo. Sebbene la situazione sul campo sia migliorata, è responsabilità di tutte le parti, in particolare dei funzionari di Belgrado e Pristina, prevenire una nuova escalation», ha detto il segretario della Nato nella conferenza stampa congiunta con il leader serbo. La missione dell’Alleanza Atlantica in Kosovo (KFOR), ribadisce Stoltenberg, «è focalizzata sul mandato ricevuto dall’ONU: dovesse la situazione deteriorarsi siamo pronti a intervenire. Il dialogo è l’unica soluzione per la regione». È ancora una volta l’Europa a rendersi “facilitatrice” del dialogo sperato tra Kosovo e Serbia, con l’attenta osservanza stretta di Nato e Onu: «Accolgo con favore la prossima tornata del dialogo che avrà luogo domani. Incoraggio tutte le parti a impegnarsi in buona fede. Per mostrare flessibilità. E per essere costruttivo». Il n.1 della Nato ha infine ringraziato il Presidente Vučić per la partnership importante della Serbia con l’Alleanza, specie in questi mesi di difficilissimo quadro internazionale per l’aggressione russa in Ucraina.
VUCIC REPLICA: “NOI PER IL DIALOGO”. DOMANI VERTICE CON KURTI
Dal canto suo, Vučić in merito alle sempre più ingenti tensioni con il vicino Kosovo rinnova la sua repulsione allo scontro e all’escalation militare: «La Serbia è pronta a rispettare tutti i trattati che ha firmato, vogliamo evitare ogni possibile escalation con la Nato: crediamo di non avere dato adito a nessuna provocazione», spiega il Presidente intervenendo dopo il segretario Nato Stoltenberg. Lo stesso Vučić ha poi aggiunto di non ritenere al momento che esistano «rischi reali di una escalation militare»: accusa comunque la leadership di Kurti di «retorica politica» in quanto «Da 180 giorni ci accusano di preparare azioni militari ma non è accaduto nulla. Abbiamo bisogno di un approccio razionale, di negoziati, di trovare compromessi. E noi siamo pronti».
Nella giornata di domani giovedì 18 agosto, il presidente serbo Aleksandar Vučić e il primo ministro del Kosovo Albin Kurti hanno accettato l’invito dell’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Josep Borrell, a recarsi a Bruxelles per un vertice distensivo in modo da evitare una guerra nel mezzo d’Europa. L’incontro sarà ospitato dall’Alto rappresentante europeo e dall’inviato speciale dell’Ue per il dialogo Belgrado-Pristina Miroslav Lajčák. Dalla Nato permane l’invito-monito a mantenere stabilità nell’area, tenendo contatti sia con la Serbia che con il Kosovo: «se necessario muoveremo le nostre forze dove serve, ad aumentarle, e agiremo se la situazione lo richiede in modo proporzionale». L’obiettivo, conclude Stoltenberg, «è assicurare la sicurezza a tutte le comunità in Kosovo, anche i serbi lì residenti».