Hadi Matar, l’aggressore di Salman Rushdie, parla del brutale attacco allo scrittore avvenuto nello stato di New York pochi giorni fa, il 12 agosto scorso. “Non mi piace quell’uomo, ha attaccato le credenze degli islamici, il loro sistema di valori” ha affermato in un’intervista rilasciata al New York Post direttamente dal carcere di Chautauqua, in cui è detenuto da venerdì. “Quando ho sentito che è sopravvissuto, sono rimasto sorpreso” ha aggiunto.
L’aggressore ha 24 anni, è originario del Libano e risiede a Fairview, nel New Jersey. Venerdì ha pugnalato lo scrittore, colpendolo con inaudita violenza per dieci volte. “Rushdie ha attaccato l’Islam, non è una brava persona” ha ribadito al New York Post. Hadi Matar ha anche affermato di aver letto soltanto alcune pagine di ‘Versi satanici’, l’opera più famosa di Salman Rushdie che l’ha anche condannato a una vita di paura e minacce. Il libro è stato infatti oggetto della la fatwa da parte dell’ayatollah Rudollah Khomeini, che lo ha giudicato blasfemo nei confronti dell’Islam. “Rispetto l’ayatollah – ha spiegato Hadi Matar – Penso che sia una grande persona”. ‘Versi satanici’ è un’opera così controversa da aver scatenato anche attentati ai suoi traduttori in alcuni Paesi (compresa l’Italia, con l’aggressione a Ettore Capriolo avvenuta nel 1991 e riferita dall’Ansa).
Come sta lo scrittore dopo l’aggressione a New York
Sentito dal New York Post, Hadi Matar ha respinto l’accusa di essere in contatto con i pasdaran iraniani, i volontari del corpo paramilitare iraniano. Avrebbe però tratto “ispirazione” per la brutale aggressione guardando su YouTube le registrazioni delle conferenze tenute da Salman Rushdie, affermando che “Non mi piacciono le persone false come lui“. Hadi Matar ha rigettato anche le accuse di aggressione e tentato omicidio nei confronti di Salman Rushdie. Durante l’attacco, Matar ha anche ferito il moderatore della conferenza, Ralph Henry Reese.
Mentre Reese è stato dimesso dopo poche ore, le condizioni dello scrittore continuano a destare forte preoccupazione. Al momento sarebbe stato staccato dal respiratore e avrebbe già iniziato a interagire con gli investigatori impegnati nel caso. L’agente letterario di Rushdie ha affermato al New York Times che “Probabilmente perderà un occhio, i nervi del suo braccio sono stati recisi e il suo fegato è stato ferito e danneggiato”. Le conseguenze di questa aggressione, dunque, potrebbero non svanire tanto rapidamente.