Azione e Italia Viva presentano il programma elettorale
Nella mattinata di oggi Azione e Italia Viva, il “terzo polo“, hanno presentato durante una conferenza stampa al Senato, il loro programma elettorale in vista delle elezioni che si terranno il 25 settembre. A quanto si apprende dalla conferenza e dal programma di 68 pagine pubblicato integralmente sui siti dei due partiti, l’intenzione principale è quella di portare avanti l’agenza di Mario Draghi e raggiungere gli obiettivi fissati dall’Europa per il Pnrr.
Il fitto programma di Azione e Italia Viva, suddiviso in 20 punti, tocca tutta una serie di tematiche importanti e al centro del dibattito politico dell’ultimo periodo. Da una riforma strutturale del Reddito di Cittadinanza, fino al nucleare, senza tralasciare il salario minimo e passando anche per un’ampia riforma scolastica e per una revisione generale di fisco e giustizia. In merito alle tasse, invece, nella visione di Calenda e Renzi, si lavorerà in direzione di una diminuzione, specialmente per le nuove imprese e per i giovani. Il programma parla chiaro, gli obbiettivi posti dai due leader sono tre: “favorire una crescita economica inclusiva e sostenibile, allargare le opportunità per tutti e semplificare radicalmente la vita ai cittadini”.
Azione e Italia Viva: sì al nucleare, RdC da revisionare e via al salario minimo
Alcuni dei punti principali del programma elettorale di Azione e Italia Viva sono ormai da tempo al centro del dibattito politico. Dal punto di vista dell’energia, l’intenzione della colazione è di procedere in tre fasi. Da un’iniziale riduzione della dipendenza dal gas russo nel breve periodo (favorendo la produzione nazionale), si punterà poi a ridurre le emissioni di CO2 del 55%. Infine, l’obiettivo nel lungo periodo è quello di includere anche il nucleare nella produzione nazionale. Nel programma è incluso anche un piano per arginare la crisi idrica, ristrutturando la rete idrica del territorio.
Il programma elettorale presentato da Azione e Italia Viva vira poi verso le riforme per il mondo del lavoro. Il primo punto è l’introduzione di un salario minimo, ma senza indicarne alcun importo, ma è prevista anche una profonda revisione del Reddito di Cittadinanza. Si punta ad una maggiore occupabilità dei percettori, che si vedranno esclusi dal sussidio dopo il primo rifiuto ad un’offerta di lavoro. Inoltre, per i percettori del RdC saranno previsti anche percorsi formativi specifici. Sempre dal punto di vista della produttività e della crescita economica, Azione e Italia Viva procederanno ad una generale detassazione, soprattutto per i giovani che avviano nuove imprese, puntando anche a facilitare la crescita delle stesse.
Programma Azione e Italia Viva: fisco, mezzogiorno, anziani e scuola
All’interno del programma elettorale di Azione e Italia Viva trovano anche posto un’altra lunga serie di riforme strutturali, sempre seguendo quelli che erano i piani dell’agenda Draghi. Si parla di crescita del Mezzogiorno, con riforme sociali, fiscali e strutturali. Ma si parla anche di scuola, con l’estensione dell’obbligo scolastico fino ai 18 anni, ma anche con la riduzione del tempo scuola da 13 a 12 anni. Si procederà anche ad una maggiore formazione dei docenti e ad una riqualificazione degli edifici scolastici.
Il programma di Azione e Italia Viva tocca anche il tema dei diritti, mirando ad approvare il DDL Zan e a promuovere le pari opportunità lavorative. Una larga parte del programma, invece, è dedicata ad una riforma strutturale del fisco italiano. L’obiettivo è semplificare il sistema fiscale, puntando anche ad un alleggerimento che riduca il cuneo fiscale. Da una revisione dell’IRPEF e dell’IRES, fino all’eliminazione dell’IRAP, ma si parla anche della riduzione dell’IVA a due aliquote. Vi sono, poi, nel programma politico di Azione e Italia Viva una serie di riforme per gli anziani, come l’istituzione di un Garante per i loro diritti, ma anche di un “Dipartimento per la Terza Età” all’interno del Consiglio dei Ministri. Infine, tra le tante altre proposte del programma, degna di nota è la volontà di riformare il sistema elettorale che preveda l’elezione diretta del Presidente del Consiglio, cercando di puntare anche al federalismo.