Dopo il trionfo inaspettato alle Olimpiadi di Tokyo 2020, per Marcell Jacobs è arrivato un altro oro: quello nei 100 metri agli Europei. Un trionfo che all’Olympiapark di Monaco ha reso felice l’atleta azzurro, che a La Stampa si è raccontato così: “Ho fatto i conti, questo è il quinto podio nel giro di cinque anni e cinque mesi. A pensarci è… Bello. Venivo da una carriera in cui desideravo essere sul gradino più alto e facevo fatica ad arrivare in finale, guardare i risultati ora dà tanta fiducia”.
Dopo aver superato il traguardo, Jacobs ha messo il dito sulla bocca, come a far tacere tutti: “Continuerò a dirlo, avrei voluto che quella foto girasse pure di più. Gli atleti vanno supportati. Andiamo in giro a rappresentare l’Italia, spingiamo il nostro corpo sempre al limite e capitano degli infortuni, degli incidenti. Siamo umani e ci si vuole vedere robot. Il sostegno è tanto ma noi poi vediamo i commenti negativi gratuiti e non ci fanno bene, anzi. Io cerco di trasformare le energie negative in voglia di andare in pista e spaccare sempre di più”.
“Devo risolvere i guai fisici”
Non appena Marcell Jacobs ha tagliato il traguardo, lo stadio è esploso: “Era una vita che non ne vedevo uno così. La presentazione l’ho sentita. Capisco Ali, alla sua prima finale importante, che ha patito l’emozione ed è arrivato ottavo. Pure per me che sono più abituato non è stato facile. E poi tanto affetto, tante bandiere e c’era pure chi non era italiano e dopo i 100 metri sventolava il tricolore”.
Negli ultimi giorni l’atleta ha dovuto fare i conti con un indurimento al polpaccio. A La Stampa spiega: “Non sto bene e non male. Il fastidio lo sento, ho fatto tutti i trattamenti, continuerò. Devo risolverla entro breve per la staffetta, magari faremo un controllo più approfondito”. Il timore di non farcela? “Appena uscito dai Mondiali ogni pensiero si è spostato a Monaco. Se io non ho dolori riesco subito a correre abbastanza forte e l’idea di non venire non mi ha sfiorato”. Per Ali, suo giovane collega, Jacobs è un idolo: “A me fa solo piacere. Essere da stimolo per le generazioni successive è quello che sognavo da bambino e se mi viene dato come compito, sono contento”.
La stagione e il futuro
Per Jacobs non è stata una stagione semplice. A La Stampa spiega: “Ho imparato a cercare di dare priorità a tante cose piuttosto che ad altre. Gli errori ci stanno, però la preparazione era ottima. Quello che è successo non è stato ideale ma di certo ogni conseguenza ha insegnato qualcosa”. Essere il primo azzurro dopo Mennea a vincere l’oro agli Europei nei 100m non lo impressiona particolarmente: “Ognuno ha la sua storia. Io sudo e soffro tutti i giorni per fare qualcosa di importante perché in futuro il metro di paragone possa essere io”.
Per quanto riguarda il futuro, l’atleta azzurro non fa programmi: “Siamo a fine stagione e le gare sono poche ma pure loro (gli americani, ndr) vogliono correre contro di me. Per la finale di Diamond League non sono qualificato, ma c’è una nona corsia e Brommel e Bracy stanno animando via social la richiesta di una sfida, tutti la vorrebbero vedere credo. Kerley non c’è, gli altri sì. Sarebbe bello. Altrimenti guarderemo dove ha senso correre, probabilmente in Italia. Poi c’è un matrimonio e mi devo concentrare”.