Il conflitto internazionale in Ucraina e la pandemia che ha sfiancato l’economia europea e di tutto il mondo per almeno due anni, causando un aumento dei prezzi dei generi alimentari e di tutte le materie prime che hanno notevolmente ridotto il potere d’acquisto. L’inflazione dilagante che per gran parte del 2022 si è tenuta sopra i 6%, ha causato un incremento della spesa pubblica che rende difficile decidere in tema di riforma pensioni 2022.
Riforma pensioni 2022:
Tuttavia il maggior gettito al consumo a incrementato le entrate dell’IVA, che però non basteranno a sovvenzionare le pensioni nel 2023. Abbiamo già parlato del potenziale incremento delle pensioni nel 2023, ma non è stata opportunamente evidenziata la possibile incapacità dello stato di far fronte a tutto quanto resta da pagare per l’anno che verrà appunto le pensioni infatti necessiteranno di un incremento di 10 miliardi.
Se la spesa pensionistica rappresenterà il 16,2% del PIL secondo le proiezioni il rapporto tra spesa pensionistica e PIL tra il 2019 e il 2022 è tornata ad aumentare e potrebbe raggiungere addirittura un picco del 17%.
Riforma pensioni 2022: quanto pesa il sistema previdenziale?
Nel 2022 la spesa pensionistica è costata per lo stato italiano Il 15,7%, mentre nel 2020 si è toccati un picco del 17%. Tra il 2019 e il 2022 infatti la spesa pensionistica ha cominciato ad aumentare sempre di più rispetto a livello precedente del 16,2%
Determinare l’aumento delle pensioni al meccanismo di indicizzazione delle pensioni che prevede l’adeguamento rapportato all’inflazione.
È stato già infatti studiato che se l’inflazione deve essere mantenersi sopra il 6%, questa potrebbe aumentare di 0,7 punti del PIL rispetto alle previsioni precedenti, stando alle stime della MEF ciò comporterà un aumento di 13 miliardi di euro e non 10 miliardi che costituiscono il gettito delle entrate dell’IVA fino a questo momento. La riforma pensioni 2022 dunque, dovrà essere rapportata a questi dati per poter ottenere una riforma attiva dal gennaio 2023 sostenibile.
Tuttavia le entrate maggiore è dovute all’incremento dell’IVA causato dall’aumento dei prezzi, fino al dicembre 2022 potrebbe bastare a pagare le pensioni nel 2023. Ma le spese per lo stato aumentano non soltanto in campo previdenziale, anche in riferimento agli stipendi pubblici e all’acquisto e finanziamento di beni e servizi.