Loredana Bertè: il suo inno femminista vive ancora dopo 40 anni
Sono passati quarant’anni dalla hit “Non sono una signora” cantata da Loredana Bertè e l’artista, intervistata dal quotidiano Il Messaggero, ammette che da allora nulla è cambiato. “Non sono mai stata una signora e mai lo sarò. Anche a distanza di quattro decenni questa canzone continua a essere il mio manifesto. E se devo dire una cosa, la dico”, ha commentato. Fu la sorella Mia Martini, racconta, ad organizzare l’incontro con Ivano Fossati, autore del celebre brano: “Sembrava la mia autobiografia. Decisi di inciderlo”. Fu Mimì a registrare il controcanto: “Se non fosse stato per lei, Non sono una signora non sarebbe mai esistita”.
Quando cantò Non sono una signora nel 1982 durante il Festivalbar, Loredana Bertè si presentò in abito da sposa, con velo e bouquet. “Volevo fare un inno all’emancipazione femminile, al superamento dei cliché e dei luoghi comuni”, ha precisato, “era il mio grido di ribellione”. Oggi il brano è diventato un must nei cortei femministi: “Mi rende orgogliosa”, ha ammesso. Pur non essendo stata una vera e propria militante del movimento femminista, ha aggiunto: “con la mia musica e con il look ho sempre cercato di abbracciare le idee del movimento, offrendo l’immagine di una donna libera, indipendente, combattiva, selvaggia”.
Loredana Bertè: ecco che moglie è stata
In merito alla vita privata, Loredana Bertè si è sposata due volte, nel 1983 con Roberto Berger e nel 1989 con Björn Borg. Che moglie è stata? In merito la cantante ha svelato: “Ho provato a essere una compagna di vita per Björn e una madre per suo figlio Robin. Ce l’ho messa davvero tutta per costruire una famiglia con l’uomo che amavo. Per lui lasciai tutto e mi trasferii in Svezia, prima di capire che l’amore è sopravvalutato: ti invade e ti finisce”. Poi però dopo l’ennesima lite scappò sul molo e qui nacque la canzone “Da queste parti stanotte”: “fu la colonna sonora della fine di quel matrimonio”.
All’età di 71 anni, oggi Loredana Bertè dice di bastarsi da sola: “E la solitudine non la soffro. La cerco e me la godo. Ho sempre tenuto ai miei spazi e alla mia indipendenza e non cambierò certo idea ora”. L’unico rimpianto però è forse quello di non aver avuto figli: “Ci penso spesso. Ne avrei tanto voluto uno, di figlio. Avevo anche scelto il nome: Lupo. Le circostanze lo hanno impedito. Oggi vedo come figli i miei fan. E il mio lascito per i posteri sarà la mia musica”.