I TORMENTI DI BERLUSCONI SULLA LEADERSHIP DI GIORGIA MELONI
A “Il Tempo” Silvio Berlusconi due giorni fa è stato chiarissimo: «Giorgia Meloni, come altri esponenti del Centrodestra, ha senz’altro l’autorevolezza necessaria per guidare il governo». Sta tutto in quella frase: vi sta la volontà e la conoscenza politica di un navigato leader di partito che sa bene come in questo momento il Centrodestra sia in vantaggio grazia soprattutto al consenso costruito da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Ma vi sta in quelle parole anche la “frecciata” sulle possibili alternative, quasi a dire “non è detto che sarà lei Premier dopo le Elezioni 2022”, ci aggiungiamo noi “anche se dovesse vincere FdI”. Oggi sul “Corriere della Sera” un attento conoscitore delle stanze parlamentari come Francesco Verderami sciorina l’editoriale-retroscena circa i tormenti in casa Forza Italia per la leadership sempre più vicina di Meloni dopo il voto del 25 settembre.
La lettura del “CorSera” prova a gettare qualche ombra in casa Centrodestra specie sul fronte Berlusconi: «Forse accarezza ancora il desiderio di trovare un premier alternativo a Meloni. Ma Berlusconi conosce le regole della politica e il valore determinante dei rapporti di forza. Perciò, se il responso delle urne fosse netto , riporrebbe il disegno che continua comunque a coltivare». Proprio le parole dette al “Tempo” dall’ex Cavaliere nutrono qualche indizio circa la non piena convinzione che possa essere Meloni a guidare tanto la coalizione quanto soprattutto il Paese. Salvini su questo è stato chiarissimo: «Governa chi ha preso un voto in più tra di noi», ma è evidente che tutti al momento concorrano per superarsi l’un l’altro e ottenere la vittoria. Sanno tutti benissimo che l’occasione per battere la sinistra è molto ghiotta e si tenta dunque di “dividersi” il meno possibile prima delle Elezioni. Questo non toglie che attriti o visioni diverse non ve ne siano, è pur sempre una coalizione e non un partito unico (come infatti volevano trasformare Salvini e Berlusconi non più di un anno fa con la cosiddetta “federazione” di Centrodestra).
RETROSCENA CDX PER LE ELEZIONI 2022: BERLUSCONI E MELONI, COSA SUCCEDE
Secondo la lettura di Verderami, il “cerchio magico” di Silvio Berlusconi da tempo lo invita a non creare problemi con Giorgia Meloni, anche in vista dell’eventualità piuttosto concreta di ritrorvarsela leader e Presidente del Consiglio: al “Corriere” qualche settimana fa Fedele Confalonieri era stato chiarissimo, «bisogna puntare su Giorgia Meloni». E il cambio di posizionamento del leader di Forza Italia è stato comunque evidente: meno frecciate al “sovranismo”, parole di apertura su Meloni leader e unità di intenti anche nella scelta dei candidati per il Parlamento. «In questa fase si limita a giocare sul filo del fuorigioco senza mai farsi trovare in fallo. Fa il controcanto a Meloni sulla revisione del Pnrr, sulla politica migratoria, sui provvedimenti economici, ma abilmente non lascia capire se la sua è un’azione di contrasto a FdI o solo una naturale competizione tra partiti che si contendono lo stesso bacino elettorale», scrive ancora Verderami.
Di contro però Berlusconi è molto meno netto di Salvini nell’apertura alla Premiership della leader di FdI: comunque occorrerà capire cosa succederà dopo le Elezioni, se effettivamente il Centrodestra vincerà e come eventualmente lo farà (ergo, con quali rapporti di forza interni alla coalizione). «In questi giorni di liste di patti ne sono stati disattesi tanti. Figurarsi dopo…», avrebbe detto un esponente del Centrodestra al “Corriere”. Se come dicono i sondaggi e le proiezioni, Meloni dovesse ripetere l’exploit di Salvini alle Europee 2019 (oltre il 30%) a quel punto neanche Berlusconi potrebbe fermare la corsa di Giorgia a Palazzo Chigi. Se invece i partiti fossero più vicini bisognerà capire quale strategia adottare, con Berlusconi che potrebbe a quel punto spendersi per trovare un nome “alternativo” ai tre leader per Palazzo Chigi: sempre tenendo conto di non sfaldare la coalizione giocandosi l’unica vera opportunità degli ultimi 15 anni di governare il Paese in maniera stabile. Il “gioco” è iniziato, i “giocatori” sono pronti, ma è l’obiettivo finale che ancora – per nessuno – sfugge nella sua completa chiarezza.