Dopo la diffusione della notizia per la quale Fratelli d’Italia avrebbe impedito nelle Marche l’applicazione della Legge 194, che garantisce il diritto all’aborto, Chiara Ferragni è intervenuta attaccando duramente il partito di Giorgia Meloni su Instagram. “Ora è il nostro tempo di agire e far sì che queste cose non accadano” ha scritto l’influencer, scatenando la reazione delle associazioni pro-vita che hanno risposto in maniera piccata.
“È triste e grave che Chiara Ferragni usi i suoi canali social per diffondere fake news sulla possibilità di abortire nelle Marche col solo scopo di attaccare il diritto all’obiezione di coscienza dei medici che restano fedeli alla loro professione e vocazione, ovvero promuovere la vita e non sopprimerla. Non esiste un solo caso di donna marchigiana che, purtroppo, non abbia potuto sopprimere il figlio che portava in grembo e sia stata invece ‘costretta’ a partorire. Migliaia sono invece le donne che si sentono costrette ad abortire per mancanza di sostegni materiali e morali, mentre vorrebbero portare avanti la gravidanza e dare alla luce la vita che custodiscono. Un problema che la multimilionaria Chiara Ferragni evidentemente non prende minimamente in considerazione, mentre si tratta dell’unica vera discriminazione in corso in Italia” ha affermato Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia, come spiega Adnkronos.
Chiara Ferragni per l’aborto: fake news? La replica delle associazioni pro-vita
Non solo quella del portavoce Pro Vita & Famiglia: a Chiara Ferragni ha risposto anche Massimo Gandolfini, leader del Family Day: “La Ferragni diffonde fake news e parla di temi che non conosce. Da medico posso dire che ad oggi la 194 è applicata in tutto il territorio nazionale per quanto riguarda l’interruzione volontaria della gravidanza. Non c’è donna che non sia riuscita ad abortire, i medici obiettori non costituiscono alcun ostacolo e se si considerano gli aborti farmacologici fai da te e il boom di vendite pillole abortive il drammatico scarto dei bambini non voluti è persino aumentato”.
Ganfolfini, come spiega Adnkronos, ha proseguito: “Caso mai quella che resta inapplicata è la parte della 194 tesa a prevenire in tutti i modi, tramite i consultori, che la donna scelga per la morte e non per la vita. Non vengono eliminati gli ostacoli che impediscono ad una donna di portare a termine una gravidanza difficile, come prescrive chiaramente la legge. Molte donne, specialmente immigrate, non conoscono la possibilità del parto in anonimato. Tante donne sono lasciate sole e senza sostegni economici e morali. Ci auspichiamo che la regione Marche lavori in questa direzione e che lo faccia anche il governo che uscirà dalle urne perché l’Italia, che conta il tasso di natalità più basso d’Europa, ha bisogno di politiche per la vita e non di seguire i mortiferi slogan di influencer miliardari che parlano senza cognizione di causa”.