Papa Francesco ha ribadito il suo desiderio di recarsi in Corea del Nord. Per la prima volta, il Pontefice si è appellato direttamente a Kim-Jong-un al quale ha chiesto un invito. Nel colloquio con un’emittente di Seul, Bergoglio parla di un invito ufficiale per confermare la visita che da tempo sta aspettando. Parlando con KBS, il Papa ha detto che potrebbe recarsi a Pyongyang qualora ricevesse un invito formale dal Paese asiatico.
L’intervista esclusiva all’emittente sudcoreana dura 30 minuti e il Pontefice ha parlato di guerra e pace, sottolineando preoccupazione per la produzione di armi. Come riferito dall’emittente, il Papa avrebbe ribadito che i fondi che occorrono per un anno di produzione di armi basterebbero per risolvere il problema della fame in tutto il mondo. Inoltre il Pontefice ha invitato i sudcoreani, che hanno sofferto per la guerra, a lavorare in vista della pace. Successivamente è arrivata la richiesta a Kim-Jong-un di un invito ufficiale che spingerebbe il Papa stesso a visitare il Paese.
Papa Francesco pronto a volare in Kazakistan
Papa Francesco tra meno di tre settimane partirà per il Kazakistan, dove si intratterrà qualche giorno per partecipare al VII incontro dei leader religiosi mondiali. Durante tale incontro non ci sarà il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, che dunque non incontrerà il Pontefice. Continua a slittare dunque l’incontro tra i due, mentre Bergoglio stesso un mese fa ha incontrato un suo rappresentante in Vaticano, accogliendolo per qualche giorno con la speranza di poter incontrare presto anche Kirill. Il meeting, però, non si terrà in Kazakistan.
Dopo la partecipazione al Congresso dei leader religiosi, Francesco vorrebbe proprio visitare la Corea del Nord. Nell’udienza con i partecipanti all’Incontro promosso dall’International Catholic Legislators Newwork, Papa Francesco ha dichiarato: “Se vogliamo guarire il nostro mondo, così duramente provato da rivalità e forme di violenza che nascono dal desiderio di dominare piuttosto che si servire, abbiamo bisogno non solo di cittadini responsabili ma anche di leader capaci, ispirati da un amore fraterno rivolto soprattutto a coloro che si trovano in condizioni di vita precarie”.