COM’E’ MORTO FRANCO CALIFANO?
Questa sera Rai 2 ripropone in prima serata (ore 21.20) il bel docufilm “Califano. Tutto in un tempo piccolo”, il docufilm firmato da Massimo Cinque e Roberto Cipullo sulla vita e l’arte di Franco Califano, uno degli ultimi poeti di strada. E con l’occasione si possono ripercorrere sia le opere sia le gesta (e tante se ne possono annoverare in una vita spericolata prima ancora dell’avvento di Vasco…) del cantautore romano ma nato a Tripoli, scomparso all’improvviso nel marzo del 2013 a 75 anni. Ma come è morto il ‘Califfo’ e cosa sappiamo dei suoi ultimi anni di vita?
Un’esistenza vissuta tra belle donne, qualche sregolatezza, problemi con la legge (anche se nel caso delle accuse più pesanti a seguito dell’arresto, Franco Califano fu assolto con formula piena) e un mito di viveur impenitente che già si alimentava quando era in vita: tuttavia, ciò non ha nulla a che fare con la morte del cantautore romano che anzi a differenza di tanti altre icone ‘maudit’ della musica è arrivato abbastanza serenamente alla vecchiaia anche se dietro al suo graduale ritiro dalle scene ci sono stati sia motivi di salute sia un malessere che aveva colpito pian piano il grande Franco.
GLI ULTIMI ANNI: PRIMA DELL’INFARTO, L’INCIDENTE E LA DEPRESSIONE CHE…
Come sappiamo, Franco Califano si era spento il 30 marzo di nove anni fa, all’età di 74 anni a causa di un infarto che l’aveva colto all’improvviso mentre si trovava nella sua villa di Acilia, quartiere periferico della Capitale. Un fulmine a ciel sereno dato che il ‘Califfo’ aveva tenuto l’ultimo concerto solamente qualche giorno prima, il 18 marzo, e nonostante i problemi di cui diciamo sotto, godeva comunque di discreta salute. A quando si apprende, infatti, Califano “non ha mai smesso di cantare e scrivere canzoni, fino all’ultimo giorno”, come rivelato dai suoi amici. Anzi il Maestro era in procinto di partire per un nuovo tour, seppure di poche date, in giro per l’Italia: poi la morte improvvisa, ‘l’attesa’ di essere sepolto accanto al fratello Guido (cosa che avverrà tempo dopo) e infine il suo beffardo epitaffio sulla tomba che cita il titolo di una sua canzone: “Non escludo il ritorno”.
Ad ogni modo, negli ultimi anni di vita Franco Califano non aveva vissuto in difficili condizioni economiche né in situazioni di disagio come qualcuno aveva malignato: prima dell’arresto cardiaco il ‘Califfo’ si era molto parlato di una presunta forma di depressione che l’aveva colpito, aspetto confermato da diverse persone ma di cui non sappiamo molto. Una malattia silenziosa che, se confermata, tuttavia non gli aveva impedito di lavorare fino all’ultimo e di stare in mezzo a quel pubblico che tanto aveva amato. Certamente aveva fatto scalpore il suo grido di aiuto e di dolore solamente tre anni prima del decesso: nel 2010 l’artista aveva avuto un incidente che lo avrebbe molto limitato (a causa di sei costole fratturate e la necessità di muoversi col bastone) e che l’aveva portato poi a precisare che il suo ricordo alla famosa Legge Bacchelli per gli artisti non implicava che “sto in mezzo a una strada, ma sono preoccupato per ciò che mi accadrà in futuro e poi voglio fare una vecchiaia serena…”.