Stefano Caselli, economista e prorettore della Bocconi, è intervenuto sulle colonne del quotidiano “Il Dubbio”, commentando il pericolo di speculazioni finanziarie ai danni dell’Italia, “previsto” dal “Financial Times”. L’esperto ha sottolineato come, a suo avviso, siamo ancora nell’area del condizionale: “C’è il timore di questi hedge fund, poiché, in primo luogo, l’Italia potrebbe entrare in recessione a causa della crisi energetica e, in secondo luogo, il nuovo governo dare un orientamento all’Italia meno europeista e meno propenso a rispettare le regole del Pnrr”
Tuttavia, ha ribadito Caselli, al momento “il mercato non sta seguendo questa ipotesi. Se ci fosse davvero una speculazione contro l’Italia il mercato comincerebbe a muoversi, nel senso che lo spread inizierebbe ad alzarsi e ci sarebbero problemi nella collocazione dei nostri titoli di stato. La sensazione è che alcuni hedge fund stiano cominciando a testare il terreno, cioè cominciano a diffondere rumors e a fare qualche scommessa contro l’Italia per vedere come reagisce il Paese. Lo fanno soprattutto per capire se dalla campagna elettorale possano emergere messaggi meno europeisti e meno rispettosi del Pnrr. Un po’ quello che accadde nel 2011, quando la crisi del debito produsse una speculazione tale per cui lo spread schizzò oltre i 500 punti. Oggi lo scenario è completamente diverso”.
CASELLI: “NON È SEMPLICE METTERE UN TETTO AL PREZZO DEL GAS”
Nel prosieguo del dialogo con i colleghi de “Il Dubbio”, Caselli ha posto in evidenza il fatto che si sta facendo un gran parlare di tetto al prezzo del gas, sia a livello nazionale che europeo, ma in verità “non è così semplice mettere un tetto al prezzo del gas. Sulla carta è una disposizione che potrebbe avere un senso. Nella pratica, invece, è molto difficile. È un po’ un modo di non farci ragionare sui veri problemi. Purtroppo l’autunno che ci aspetta, salvo scenari poco credibili come la fine improvvisa della guerra in Ucraina, prevede il razionamento del gas, tema spiacevole di cui chiaramente nessuno parla in campagna elettorale. Il prossimo governo, qualunque esso sia, dovrà dare dei sussidi a consumatori e imprese e questo porterà a tensioni sulla spesa pubblica”.
E i rigassificatori? Le alternative ci sono, ma, ha detto Caselli, “nell’immediato, una delle cose più forti che si possono fare è lavorare sui rigassificatori, perché consentono di acquistare gas liquido e convertirlo. Se per qualunque motivo questo non viene fatto, non ci sono tante altre soluzioni. Dovremo affrontare un razionamento ancor più forte di quello che già ci aspetta […]. Da un punto di vista economico, quello che mi immagino e che auspico è che da qui a due anni possiamo diventare un Paese che viva di un mix e non di una sola fonte di energia. Dipendere così tanto dalla Russia è stata una tragedia”.