Bisogna fare chiarezza sul numero dei morti per Covid, ma la questione dei decessi non è legata allo scarso uso di farmaci antivirali secondo Nicola Magrini. Il primo delle istituzioni sanitarie italiane a parlare del tema sollevato da Roberto Burioni e Matteo Bassetti sui social è il direttore generale dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco). «Bisognerebbe capire qual è la ragione del decesso. Un numero importante di morti attribuiti al Covid non ha in realtà Sars-Cov2 come causa principale», dichiara nell’intervista concessa a Repubblica. Rispetto al 2020, quando le polmoniti erano la causa principale dei decessi, ora la situazione è cambiata. «Se una persona muore di ictus o un tumore, ma incidentalmente è positivo, non è l’infezione virale la ragione del suo decesso».
Un’ammissione di non poco conto, infatti Magrini evidenzia la necessità di maggiori informazioni, eppure «non ha senso ora aprire polemiche». Magrini ha anche spiegato di aver fatto dei controlli: «Ho verificato i dati di un paio di regioni e nell’ultima settimana, fra le morti di persone positive in ospedale, non c’è neanche una polmonite da Covid nella diagnosi principale. Ci sono invece pazienti in cui l’infezione figura come complicanza nelle diagnosi secondarie».
DAGLI ANTIVIRALI AI MORTI COVID: PARLA MAGRINI
Per quanto riguarda i farmaci antivirali, sono ormai 100mila gli italiani trattati per il Covid secondo i dati dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). «Non abbiamo questa informazione per ciascun individuo, ma da oltre tre mesi siamo il Paese europeo con il maggior numero di trattamenti con il farmaco antivirale Paxlovid», afferma a Repubblica. A tal proposito, ricorda che è stata allargata la facoltà di prescrivere gli antivirali e c’è la possibilità di trovarli in farmacia. Dunque, solo il criterio dell’età (almeno 65 anni) è sufficiente per ottenere questo farmaco. «Per quanto riguarda Paxlovid di Pfizer, l’antivirale più usato, il nostro Paese oggi conta 56mila trattamenti. In Europa è il numero più alto». Pur riconoscendo che Corea del Sud e Usa ci superano e che, quindi, ci sono margini di miglioramento, evidenzia che «Paxlovid ha anche delle controindicazioni importanti. Credo che l’obiettivo giusto sia arrivare a trattare attorno al 10% dei positivi». Tornando alla questione morti, la risposta andrebbe cercata per Magrini «nelle cartelle cliniche prima di tutto, perché lì è spiegato quali sono le cause principali e quelle secondarie di morte. Guarderei poi all’appropriatezza dei trattamenti perché oggi sappiamo bene che cosa non funziona». Il riferimento è all’azitromicina o altri antibiotici, così come clorochina e ivermectina.
MAGRINI (AIFA) SU VACCINI AGGIORNATI
Per quanto riguarda i vaccini anti Covid, Nicola Magrini ricorda che il primo settembre l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) dovrebbe approvare quelli nuovi di Pfizer e Moderna. «La commissione tecnico scientifica di Aifa darà il proprio parere verosimilmente il 5 settembre, e pochi giorni dopo potremmo avere a disposizione le fiale dei nuovi vaccini duplici», afferma a Repubblica. Per quanto riguarda i destinatari, cita gli over 60 e chi non si è contagiato negli ultimi 4 mesi, oltre ai giovani con patologie di rischio e fattori di rischio come l’obesità. Nel frattempo arriveranno vaccini aggiornati alle varianti Omicron 4 e 5. «Abbiamo vaccini aggiornabili ogni 3 mesi, dobbiamo abituarci. I vaccini ulteriormente aggiornati dovrebbero arrivare a partire da metà novembre per quanto riguarda Pfizer e a dicembre per Moderna. A quel punto resterà da vedere se Omicron 4 e 5 saranno ancora in circolazione». Queste accelerazioni vanno viste «come una buona opportunità che ben si sposa con la necessità di rivaccinare ogni 5-6 mesi i soggetti a rischio». In conclusione, il consiglio di Magrini è di vaccinarsi con il prodotto disponibile al momento.