Attenzione alle vongole: chiedere alla neozelandese Kim Taia per ulteriore conferma. La donna, infatti, ne aveva raccolte un po’ sulla spiaggia e le aveva mangiate, ma dopo poche ore è andata incontro a una paralisi che l’ha letteralmente fatta sprofondare nel terrore più profondo e soltanto l’intervento dei sanitari e la corsa in ospedale hanno consentito alla malcapitata di salvarsi. Kim, infatti, aveva ingerito senza saperlo il veleno paralizzante delle vongole, prodotto da una “microalga” che, talvolta, può riuscire a contaminare i molluschi.
La donna, sfuggita a morte certa grazie al pronto intervento dei suoi soccorritori, ha deciso di condividere la sua personale vicenda con tutti i suoi follower sui social, raccontando come il suo incubo abbia avuto inizio lungo il litorale di Little Waihi Beach. Qui ha raccolto le vongole che poi ha ingerito, ma l’indomani “la mia testa ha iniziato a intorpidirsi e mi sentivo stordita. Non riuscivo a parlare chiaramente – mi chiedevo cosa ci fosse che non andava. Avevo le vertigini, ma poi ho iniziato a perdere la sensibilità alle mani e alle braccia”.
PARALIZZATA DAL VELENO DELLE VONGOLE: “MI SENTIVO COME SOTTO ANESTESIA”
Le condizioni di Kim sono precipitate rapidamente, tanto che non riusciva nemmeno più a parlare con suo figlio. A quel punto, ha scelto di chiamare prontamente l’ambulanza: “Mi sentivo come sotto anestesia – ha rivelato sui social –. Mi sentivo sempre più debole, il mio respiro stava rallentando e pensavo che sarei morta. Non riuscivo a respirare”.
Fortunatamente, grazie ai medici che l’hanno assistita, tutto si è risolto per il meglio e la donna ha potuto mettere in guardia tutti i suoi fan social. Come approfondisce il quotidiano “Leggo”, il veleno paralizzante dei bivalvi (saxitossina) è una potente tossina marina sintetizzata da alghe microscopiche. Quando vongole o cozze si nutrono delle alghe con la biotossina, è possibile che la trattengano e nell’essere umano può favorire l’insorgere di reazioni tutt’altro che piacevoli, con conseguenze drammatiche.