Mancano poco più di tre settimane alle elezioni 2022 e i sondaggi vedono in vantaggio il centrodestra sul centrosinistra. Grande protagonista della campagna elettorale è il dossier economico, tra il caro energia e l’emergenza bollette. Gli italiani sono consapevoli della grave crisi in corso e le proposte per superarla potrebbero fare la differenza nella corsa a Palazzo Chigi, secondo Carlo Buttaroni, sondaggista, fondatore e presidente di Tecnè.
Gli italiani come pensano che evolverà la situazione economica? C’è consapevolezza della gravità della crisi?
La consapevolezza c’è, è molto alta. Andando a fare la spesa o ricevendo le bollette è impossibile non accorgersi del tema del rincaro dei prezzi. Gli italiani sono molto consapevoli, è ormai ampiamente la loro principale preoccupazione. Forse non c’è la stessa consapevolezza, oppure è montata tardi, nelle forze politiche. Qui c’è stato un ritardo, soprattutto nella fase iniziale, quando i partiti erano assorbiti dalle candidature e dalla formazione delle liste. Il sistema era fortemente decentrato da quelle che erano le preoccupazioni degli italiani.
Gli italiani contro chi puntano il dito? Governo, guerra, pandemia?
Non c’è in realtà una tendenza, non viene attribuita una responsabilità a qualcuno. La guerra è stata sicuramente un acceleratore, ma non è solo quello il problema. Il tema di quello che metto nel carrello della spesa è prevalente persino sulla ricerca di una responsabilità di natura politica. Noi non abbiamo mai registrato un tale livello di preoccupazione, nemmeno tra il 2008 e il 2013, quando la crisi è stata particolarmente acuta. Solo con la pandemia abbiamo toccato livelli di preoccupazione sul clima economico così elevati.
Ci sono proposte politiche sull’economia ritenute più convincenti di altre?
Sì. Le proposte adesso hanno iniziato ad articolarsi, i programmi vengono raccontati. All’inizio invece c’è stato un duellare tra questo o quel leader. Poi molto spazio è stato preso dalla preparazione delle liste. Ora i programmi sono molto articolati, forse il programma di centrodestra va incontro a quelle che sono le aspettative dell’opinione pubblica. E questo si ritrova anche nelle intenzioni di voto, che in questo momento vedono avanti la coalizione FdI-Lega-Forza Italia.
Possiamo dire che flat tax batte dote ai 18enni?
Sì. Spesso le persone non associano la flat tax a quanto vengono ridotte le tasse. L’effetto, per l’elettore, è che si avranno più soldi in tasca. La flat tax simboleggia la necessità di avere un potere di acquisto più ampio, di avere una vita più dignitosa. Al di là che sia al 15% o al 23%, la flat tax diventa una bandiera di un certo modo di interpretare le risposte che si attendono gli elettori. Questa campagna elettorale non è più brutta delle altre, è grosso modo brutta quanto le altre, ma sono fatte così. Le campagne belle prevedono discussioni pacate, il coinvolgimento dal basso… cose che non si possono fare per motivi di tempo. È tutto talmente frenetico e coinvolgente, tant’è che è calata la partecipazione attiva.
Tecnè quotava astenuti e incerti al 43,8% a metà agosto: il dato è cambiato?
L’ultima stima è di lunedì. La stima della percentuale dei votanti è poco superiore al 60%, al 61,4% per la precisione. Tra coloro che sono sicuri di andare a votare e coloro che sono sicuri di non andare a votare c’è un mare difficile da navigare per le forze politiche in queste poche settimane che mancano al voto. È lì la chiave di quello che succederà il 25 settembre, perché questa grande massa di elettori deve ancora decidere se andare a votare o per chi votare. Il peso specifico dei partiti sta chiuso in quello scrigno lì che si deve ancora aprire ed esprimere.
E da questo punto di vista ci sono dei partiti più “attrattivi”?
Noi siamo passati dal voto ideologico a un voto esclusivamente di tipo economico. Finché c’è un voto politico, le chiavi possono essere diverse, possono avere anche una visione più lunga. Quando il voto è prevalentemente di tipo economico, le risposte devono essere molto precise e molto misurate a quelle che sono le attese degli elettori. Chi riesce a dare questo tipo di chiave può veramente cambiare l’esito delle elezioni. La chiave è convincere gli elettori che c’è la possibilità di dare ristoro o aiutare chi in questo momento si trova in difficoltà a causa dell’inflazione e del costo dell’energia. Per le famiglie il problema è come riempire il carrello della spesa, per le imprese è come andare avanti con questi prezzi dell’energia. Per questo motivo anche l’ultimo miglio, il viaggio da casa al seggio, è un momento buono per lanciare un messaggio per convincere gli elettori.
(Massimo Balsamo)
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