“Redistribuire i fondi assegnati da questo governo al comparto e non ancora assegnati agli operatori, per inconcepibili ritardi burocratici. Poi aprire un tavolo di lavoro allargato che parli di turismo a 360 gradi e non solo di crisi come fatto in questi due anni: il turismo è un asset troppo ignorato in questo Paese, eppure è tremendamente importante. E riconfermare un dicastero dedicato, senza accorpamenti con altri ministeri, come è purtroppo avvenuto in passato”.
Questi i principali desiderata dal mondo del tour operating, riassunti da Pier Ezhaya, presidente di Astoi Confindustria viaggi, l’associazione che oggi rappresenta oltre il 90% dei tour operator italiani.
Presidente, cominciamo dalla fine. Com’è andata quest’estate 2022?
Dal punto di vista delle vendite e dei fatturati possiamo dire che è stata un’estate ampiamente soddisfacente, che però purtroppo non compensa il deficit invernale, quando abbiamo potuto operare solo su pochissime destinazioni. Ragion per cui l’anno finanziario dei tour operating chiuderà comunque con un segno meno anche a doppia cifra. Detto questo, e isolando l’estate, direi che è quasi tornata ai livelli pre-Covid: una buona notizia. Ha brillato molto l’Italia, poi Egitto, tornato molto tonico, Grecia, Spagna, Nord America, mentre in Oriente molto bene l’Indonesia. Siamo anche molto soddisfatti della ripresa del segmento crocieristico e di quello dei viaggi studio. Insomma, un’estate che ci consegna un po’ di normalità e piena operatività.
Problemi?
Non sono mancati i problemi logistici, soprattutto negli aeroporti e negli alberghi. Abbiamo assistito a una generale carenza di personale che ha peggiorato un po’ la qualità, ma è un problema che non si limita al turismo, perché si estende anche a molti altri comparti.
L’improvvisa crisi di governo nuoce al comparto?
Non ha avuto effetti nel breve, anche perché in questo Paese le crisi di governo si ripetono con una certa frequenza. Nel lungo però pensiamo che avrà un impatto, a cominciare dal piano economico, dato che siamo stati capaci di mandare a casa il miglior primo ministro che questo Paese abbia avuto da molti anni a questa parte. In secondo luogo, perché si è azzerato tutto e quindi dovremo ricominciare daccapo, un po’ come avviene nel gioco dell’oca. Parleremo con chi ci sarà, ovviamente, ma certo non avevamo bisogno di questa crisi.
Russia e altri Paesi sono diventati off-limits: quanto incidono?
Hanno una certa immanenza sull’estate, ma non incidono molto nel fatturato dei tour operator tranne, ovviamente, per qualche operatore specializzato che ne ha risentito in maniera più violenta. Sono più generalmente le “derivate” della guerra a colpire il turismo, come l’inflazione, in particolare del carburante aereo.
(Alberto Beggiolini)
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