L’INCREDIBILE DISCORSO A BRACCIO DI MONS. DELPINI DOPO IL CONCISTORO DI PAPA FRANCESCO
Capita molto raramente di vedere un discorso di un esponente eminente della Chiesa così ironico, spiritoso e con “frecciate” tutt’altro che banali: ebbene, è quanto avvenuto durante la Santa Messa in Duomo a Milano per la Festa di Sant’Abbondio, con l’arcivescovo Mons. Mario Delpini che ha rivolto parole di affetto al suo “sottoposto” vescovo di Como appena nominato Cardinale da Papa Francesco nel Concistoro di fine agosto. Parole affettuosa ma anche battute con vere e proprie “gag” che per diversi “maligni” celerebbero un attacco diretto al Santo Padre che non ha fatto Cardinale il vescovo della Diocesi più grande al mondo, Milano per l’appunto. In realtà il discorso durante l’omelia in Duomo ha visto Mons. Delpini rivolgersi all’amico e collega vescovo Oscar Cantoni con toni molto affettuosi e con prese in giro bonarie: «Mi faccio voce della conferenza episcopale lombarda, di tutte le nostre Chiese, per dirti l’augurio, l’affetto che questo evento ci ha regalato e credo un modo per intensificare il rapporto di affetto con il Santo Padre, Papa Francesco, che sceglie i cardinali perché siano collaboratori stretti, consiglieri attenti del suo servizio alla chiesa universale».
L’arcivescovo di Milano a quel punto si fa diretto e sottolinea come «Ci sono state anche delle persone un po’ sfacciate che si sono domandate perché il Papa non abbia scelto il Metropolita per fare il cardinale e abbia scelto invece il vescovo di Como»: la motivazione addotta da Delpini è gustosa e per certi versi del tutto inattesa. «Io credo che ci siano delle buone ragioni per questo, quindi naturalmente interpretare il pensiero del Santo Padre è sempre un po’ difficile», inizia la sua disamina l’arcivescovo milanese riportando un dettame antico interno alla Chiesa dal tono sardonico, «ci sono tre cose che neanche il Padre Eterno sa. Una è quante siano le congregazioni delle suore, l’altra è quanti soldi abbiano non so quale comunità di religiosi, e l’altra è cosa pensino i gesuiti».
L’ARCIVESCOVO DI MILANO MARIO DELPINI: “I TRE MOTIVI PER CUI NON SONO STATO FATTO CARDINALE”
Ebbene, secondo l’arcivescovo di Milano Mons. Delpini, la scelta di Papa Francesco è da leggersi come «un’autentica sapienza» nell’aver scelto «il “consigliere” vescovo di Como» e non «il metropolita di Milano»: spiega ancora il prelato in Duomo per la Festa di Sant’Abbondio, rivolgendosi direttamente al Cardinal Cantoni. «Ho trovato almeno tre ragioni: la prima è che il Papa deve aver pensato che l’arcivescovo di Milano ha già tanto da fare, è sovraccarico di lavoro, e quindi ha detto: bisogna che lavori un po’ anche a te», scherza Delpini facendo ridere l’intero consesso del clero lombardo presente alla celebrazione, Cantoni compreso. «La seconda probabilmente è che il papa ha pensato: quei bauscia di Milano non sanno neanche dov’è Roma, è meglio che non li coinvolga troppo nelle cose del governo della chiesa universale», aggiunge uno scatenato arcivescovo di Milano, non prima di addurre la terza e ancora più gustosa spiegazione della scelta di Papa Bergoglio, «Se mi ricordo bene il papa è tifoso del River, che non ha mai vinto niente, quindi forse ha pensato che quelli di Como potrebbero essere un po’ in sintonia, perché si sa che lo scudetto è a Milano». A onor del vero, in realtà il Papa è tifoso del San Lorenzo e non del River Plate, invece tra le squadre più titolate d’Argentina.
Dai tre motivi “scherzosi” parte poi l’augurio serissimo di Mons. Delpini ai nuovi Cardinali e pure al Santo Padre: «Il Papa chiede a noi, in particolare ai cardinali, di dedicarsi senza risparmio, di lavorare per la Chiesa, di servire la Chiesa fino al sangue, una dedizione che non si risparmia». Sottolineando ancora l’importanza di aver scelto nomi e figure che arrivano “dalle periferie” del mondo, l’arcivescovo di Milano si congeda con l’assemblea ribadendo «Ciascuno di noi per forza di cose si concentra molto sulla sua diocesi, ma chiamarti ad essere cardinale vuol dire che questo amore per la Chiesa deve raggiungere tutti i posti, deve occuparsi di tutte le situazioni drammatiche in cui i cristiani sono perseguitati, in tutti i luoghi in cui la fede si spegne ecco, abbi a cuore la chiesa universale». Chiosa finale ancora scherzosa sul fronte calcio con Mons. Delpini che conclude «mi pare che il papa suggerisca: tu fai il tifo per i perdenti, stai dalla parte di quelli che sono più deboli, di quelli che perdono. Questo è l’augurio che voglio farti, ti chiede di lavorare, di lavorare tanto, però ecco, vorrei concludere dicendo: se per caso Roma ti chiede di lavorare troppo, secondo me tu potresti cedermi qualche valle della tua diocesi che ti risparmia un po’ di lavoro…».