Il nuovo anno scolastico è ormai alle porte e si cambia con l’assegnazione dei voti. Sono sempre di più i presidi che chiedono ai propri insegnanti di attribuire soltanto voti “interi” tanto nelle prove scritte quanto nelle interrogazioni, attenendosi quindi alle leggi e alle circolari ministeriali che ricordano come la valutazione si esprima in decimi sia alle scuole medie sia alle superiori. Nel concreto, cosa dovrebbe cambiare?
A partire da questo anno scolastico, per adeguarsi alla richiesta dei presidi gli insegnanti dovranno abbandonare le frazioni di voto. Addio quindi ai “cinque e mezzo”, ma anche ai “meno” e ai “meno meno”. Antonello Giannelli, al vertice dell’Associazione nazionale presidi, spiega a La Repubblica che “La prassi di assegnare voti non interi […] è molto infelice. Essa non ha un fondamento normativo e inoltre risulta ambigua nei confronti dello studente”. Ma c’è di più: “Prassi di questo genere complicano la comunicazione tra scuola, studenti e famiglie. Peraltro non contribuiscono a riempire di senso la valutazione della prestazione didattica”. E suggerisce che “per attuare seriamente e concretamente una valutazione formativa occorrono […] una vera didattica per competenze e un effettivo coinvolgimento dello studente”.
Addio al cinque e mezzo e sei meno meno, “fanno capire che c’è sempre possibilità di migliorare”
In merito alla possibilità di abolire i mezzi voti e addirittura i “quarti” di voto si esprime anche Paola Bortoletto dell’Associazione nazionale dei dirigenti scolastici, che a La Repubblica ribadisce che “La valutazione nella scuola secondaria ormai viene fatta sulla base di griglie e rubriche di valutazione. Pertanto se griglie e rubriche sono strutturate per voti interi non si capisce quale possa essere il senso dei più, dei meno, dei mezzi voti”.
I docenti però sembrano pensarla diversamente e potrebbero non essere così pronti ad abbandonare le “mezze misure” in favore di un giudizio più netto ma forse meno preciso. “Ritengo che per valutare un compito o un’interrogazione si deve essere quanto più precisi ed esaustivi possibile. Per questo, attribuire il mezzo voto o dare un più o un meno significa far capire che c’è sempre la possibilità di migliorare” spiega infatti a La Repubblica Francesca Gambino, insegnante di francese nell’istituto tecnico Marco Polo di Palermo. “Consentono una fotografia della realtà più accurata, capace di cogliere maggiormente le sfumature e di esprimere meglio i progressi dello studente” fa eco Guglielmo La Cognata, professore di Storia e Filosofia nel liceo classico Spedalieri di Catania.