Alessandra è nata da un utero trapiantato. La mamma, Albina Verderame, non poteva avere figli, in quanto soffre della sindrome di Rokitansky, che prevede l’assenza congenita dell’utero e della vagina. A raccontare a DiPiù Tv la loro storia, che rappresenta un miracolo della scienza, è stato il marito, Giovanni Ferranti. “Non me ne è mai importato nulla della malattia, io l’ho sempre amata e per questo nel 2012 ci siamo sposati, incuranti del fatto che probabilmente non avremmo mai avuto bambini, se non con una adozione. Rassegnarsi, però, non è mai stato facile”, ha ricordato.
In questi ultimi anni, però, quello che inizialmente sembrava un sogno irrealizzabile, è diventato realtà. “Un giorno un post su Facebook attirò la nostra attenzione. Si parlava di un programma sperimentale per il trapianto di utero, proprio qui a Catania. Ci siamo informati e siamo riusciti a iscriverci alla lista”. Non sapevano che ciò avrebbe cambiato la loro vita. “Ero scettico, se non fosse stato per la tenacia di mia moglie non so se sarei andato avanti”.
Alessandra nata da utero trapiantato: il racconto dei genitori, Giovanni e Albina
Giovanni Ferranti e Albina Verderame sono rimasti ancorati ad un filo di speranza e, alla fine, sono riusciti a coronare il loro sogno: la piccola Alessandra è nata da un utero trapiantato qualche settimana fa. Il percorso, tuttavia, è stato lungo. “Abbiamo aspettato quasi due anni. La disponibilità di un utero compatibile ha richiesto tempo. Il 20 agosto 2020 ci hanno telefonato. L’intervento è durato circa sette ore, ma per fortuna è andato tutto bene”, ha raccontato il neo-papà a DiPiù Tv. Il concepimento poi è avvenuto tramite la fecondazione assistita. “La notizia della gravidanza è arrivata il 12 febbraio. Abbiamo pregato tanto e Dio ci ha ascoltato”.
Adesso la gioia più grande, quella di potere tenere tra le braccia Alessandra. Il nome non è casuale: è quello della donatrice dell’utero. “Le siamo grati, era il minimo che potessimo fare. È stato il marito a contattarci dopo avere letto il nostro caso. Gli abbiamo espresso la nostra riconoscenza e da allora siamo rimasti in contatto”.