Il mondo è in piena emergenza fame e la Croce Rossa, oltre a lanciare il grido d’allarme, invoca l’adozione di contromisure urgenti per aiutare milioni di persone. Il monito è giunto da Francesco Rocca, presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, e da Peter Maurer, presidente del Comitato Internazionale di Croce Rossa, i quali hanno divulgato una nota congiunta e tesa a esaminare la problematica nelle sue pieghe: “Il conflitto armato in Ucraina – scrivono – ha pesantemente interrotto i sistemi di rifornimento globale di cibo come anche i futuri raccolti in molti paesi colpiti dall’impatto che sta avendo sulla disponibilità di fertilizzanti. L’importanza di ulteriori navi cariche di grano sul Mar Nero per raggiungere popolazioni deboli nell’Africa dell’Est non può essere sottovalutata: troppe poche navi per il rifornimento di grano stanno raggiungendo le popolazioni che ne necessitano urgentemente”.
Rocca e Maurer hanno poi specificato che oltre 140 milioni di persone si trovano a fronteggiare una grave insicurezza alimentare a causa di conflitti e instabilità e il cambiamento climatico e la precarietà economica indicano che il fabbisogno di fame aumenterà ulteriormente nei prossimi mesi. Per questo, adesso servono “volontà e risorse politiche. Senza di loro, molte vite andranno perse e la sofferenza durerà per anni. Una risposta all’emergenza da sola non porrà fine a queste crisi della fame. L’azione concertata e gli approcci a lungo termine sono l’unico modo per interrompere il ciclo”.
EMERGENZA FAME NEL MONDO, CROCE ROSSA: “MOLTE VITE POSSONO ESSERE SALVATE CON UN’AZIONE RAPIDA”
Il comunicato della Croce Rossa prosegue ponendo l’accento sul fatto che due dozzine di Paesi in tutta l’Africa sono alle prese con la peggiore crisi alimentare degli ultimi decenni. Circa 22 milioni di persone nel Corno d’Africa sono nelle grinfie della fame a causa di crisi aggravate come siccità, inondazioni, effetti economici del Covid-19, conflitti e persino locuste del deserto. Ciò che rattrista maggiormente è che dietro a questi numeri incredibilmente alti ci sono persone reali: uomini, donne e bambini che combattono ogni giorno una fame mortale. “La situazione dovrebbe peggiorare nel 2023 – ha detto Rocca –. Tuttavia, con un’azione rapida, molte vite possono essere salvate”.
“L’Ifrc e i suoi membri, che consistono in squadre di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa in quasi ogni angolo del globo, stanno fornendo aiuti a comunità difficili da raggiungere – ha aggiunto –. L’assistenza include l’arrivo di denaro nelle mani delle famiglie per far fronte a bisogni alimentari, sanitari e altri bisogni urgenti. In Nigeria, i volontari della Croce Rossa si concentrano sulle madri in gravidanza e che allattano, la cui alimentazione è fondamentale per nascite e infanzia sane. In Madagascar, i volontari ripristinano la terra e le fonti d’acqua attraverso attività antierosione, la costruzione di punti d’acqua e un focus sull’irrigazione oltre ai metodi tradizionali per combattere la fame, come il monitoraggio nutrizionale”.
FAME NEL MONDO, CROCE ROSSA: “SOLUZIONI TAMPONE NON SONO SUFFICIENTI”
Affermazioni alle quali hanno fatto eco quelle di Peter Maurer, il quale ha precisato che il conflitto è un grande motore della fame e la violenza impedisce agli agricoltori di piantare e raccogliere: “Vediamo sanzioni e blocchi che impediscono la consegna di cibo ai più vulnerabili – ha asserito –. Il mio auspicio è costruire la resilienza nel tessuto della risposta umanitaria, in modo che le comunità soffrano meno quando la violenza e il cambiamento climatico sconvolgono la vita. Un ciclo di soluzioni tampone non sarà sufficiente nei prossimi anni“.
Come viene riportato nella nota, l’Icrc quest’anno ha aiutato quasi 1 milione di persone nella Somalia meridionale e centrale ad acquistare cibo per un mese, distribuendo contanti a oltre 150mila famiglie. Un programma simile in Nigeria ha aiutato 675mila persone, mentre più di un quarto di milione di persone ha ricevuto input per un’agricoltura intelligente dal punto di vista climatico per ripristinare la produzione agricola.